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Scuola: Mancano 65mila insegnanti, disabili senza sostegno‎. E molti, denuncia la Fish, fanno i supplenti.

Inizia un nuovo anno scolastico e i problemi della scuola, per effetto della riforma Gelmini, non conoscono limiti. Le proteste ai tagli, al numero degli insegnanti mancanti e alle carenze nel settore della cultura scolastica non si placano, anzi si accentuano con il passare delle settimane e man mano che l’anno scolastico entra nel vivo. La situazione, insomma, è di quelle esplosive e riguarda tutti, studenti, insegnanti, personale non insegnante, ma soprattutto quella parte di studenti che più hanno bisogno di aiuto e sostegno: gli studenti disabili. Sotto questo aspetto la situazione, peraltro non nuova, è sempre più drammatica, ma quest’anno sembra davvero tragica. La riforma Gelmini, infatti ha tagliato in modo indiscriminato le ore e gli insegnanti di sostegno. Molti di loro costretti, per i tagli a fare le supplenze nel caso di assenze dei loro colleghi titolari.

Più studenti disabili nelle scuole. Eppure, anche quest’anno, merito anche della riforma Gelmini, vengono tagliati insegnanti e ore di sostegno. Tanto che l’aumento di 20mila unità di alunni con disabilità certificata (quasi 190mila quest’anno) fa saltare il rapporto di due alunni per singolo insegnante, fissato da una norma istituita dal governo Prodi e mai abrogata. I dati parlano chiaro e se potessero lancerebbero loro stessi l’allarme: non c’è regione o provincia dove non si evidenzino criticità.  La Flc, il sindacato della scuola della Cgil, ha denunciato la situazione particolarmente grave della Lombardia, dove l’organico dei docenti di sostegno è rimasto invariato (da 11.664 a 11.662), mentre gli studenti diversamente abili saranno 1.785 in più. A Milano ci saranno in media 2,66 alunni disabili per ogni insegnante di sostegno. E anche Sondrio, la più virtuosa tra le provincie lombarde, risulta fuori legge. Insomma, nel rapporto tra scuola e disabili i conti non tornano, e in Lombardia mancano all’appello più di 3.600 docenti di sostegno. Il primo settembre dello scorso anno,  per il solo capoluogo lombardo erano state assegnate 197 cattedre in deroga, espressamente richieste dai dirigenti scolastici. Quest’anno tutto tace, e se dal territorio si passa ai singoli istituti le cose peggiorano. Il comitato ‘sostegnoNOtagli’ di Milano, composto da genitori, insegnanti ed educatori, già da questa estate denuncia l’esplosiva situazione di alcune scuole. I guai cominciano fin dalle primarie, dove si toccano i 3,04 studenti per insegnante. Mentre alle superiori – il record spetta all’Istituto Kandisky – si arriva fino a 3,6 alunni per docente. “Ma il primato assoluto nella triste classifica dei tagli – si legge nell’indagine del comitato milanese – spetta ai Centri territoriali permanenti”, quelli che si occupano della formazione degli adulti sopra i 16 anni. Nel Ctp Teresa Confalonieri di Monza i 13 studenti con disabilità avranno un solo insegnante di sostegno. Inoltre – rivela uno studio condotto dalla Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap – nelle nostre scuole il venti per cento degli insegnanti di sostegno viene utilizzato nelle supplenze. E’ lo stesso ministero dell’Istruzione a dire che non si può fare, che “l’insegnante di sostegno non può essere utilizzato per svolgere altre funzioni se non quelle strettamente connesse all’integrazione dell’alunno portatore di handicap”. Ma la realtà è ben diversa, e nei singoli istituti i dirigenti scolastici si arrangiano come possono, costringendo insegnanti e genitori a dare battaglia.

 E in Parlamento cosa si dice? “Il Governo affronti subito il problema degli alunni disabili, a cui è negato il sostegno in classe e, con esso, il diritto costituzionale all’istruzione e all’uguaglianza”. Lo chiede Luisa Bossa, deputata Pd, componente della commissione Affari sociali, che oggi, a Montecitorio, ha incontrato, con il segretario nazionale del Pd Bersani, le famiglie e i volontari dell’associazione “Tutti a scuola”, che hanno organizzato un sit in di protesta davanti alla Camera dei deputati. Mancano all’appello – dice l’on. Bossa, che ha depositato sul tema un’interrogazione urgente al Ministro dell’Istruzione – circa 65mila insegnanti di sostegno in tutta Italia, 6800 solo in Campania, dove ci sono 21mila alunni disabili con appena 4mila insegnanti di sostegno. Ad oggi, agli alunni con disabilità non sono garantite quelle misure di integrazione e sostegno idonee a garantirgli la proficua frequenza degli istituti d’istruzione. La normativa prevede, tra l’altro, che in presenza di disabili, specialmente gravi, la classe non può superare il numero di venti alunni. Va da sé che in una classe non bisognerebbe inserirne più di uno. La realtà è un’altra. Quest’anno, le classi con oltre due alunni disabili, da tre in su, sono migliaia. E in alcuni casi si arriva anche a quattro. A loro sono destinati pochi insegnanti di sostegno. Le famiglie degli alunni con disabilità stanno vincendo migliaia di ricorsi al Tar: quello al sostegno scolastico è un diritto e nessuno lo può negare. Il Governo e il Ministro Gelmini si facciano carico di questa emergenza e presentino subito in Parlamento una proposta adeguata”. Nelle altre regioni la situazione è ancora  più drammatica soprattutto in quelle del sud. La regione Lazio del resto, non fa eccezione anzi da un’indagine risulta una carenza di questi insegnanti spaventosa. I dati diffusi dall’Istat che riguardano il mondo della disabilità e dell’istruzione gettano lunghe ombre sulla nostra regione. Nonostante infatti, proprio nel Mezzogiorno, ci sia la più alta percentuale di alunni con disabilità e problemi di autonomia, nel Lazio mancano gli insegnanti di sostegno. La nostra regione ha il numero medio di alunni per docente più elevato, pari a 2,5, mentre la la Finanziaria del 2008 ha stabilito che, a livello nazionale, è necessario un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità.

Felice Pensabene

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