Ancora una denuncia di Aidaa, non sono solo i gatti neri ad essere in pericolo, ma migliaia di gatti che ogni anno vengono rapiti, allevati allo scopo, o fatti adottare (o venduti) da gattili e rifugi gestiti da persone senza scrupoli e che vengono destinati al mercato della vivisezione in Italia e all’estero oppure al mercato della pellicceria clandestina per la realizzazione di capi ed interni di capi destinati al mercato italiano. Non è facile fare una stima numerica esatta anche perché il fenomeno è diffuso un po’ in tutta la penisola anche se a macchia di leopardo. L’unico dato certo è la diminuzione della sparizione di gatti neri destinati ai sacrifici rituali, in quanto le segnalazioni sono assolutamente diminute rispetto agli anni precedenti, anche se in questi giorni si assiste ad una picco di segnalazioni,che comunque rimane sotto la soglia di attenzione che invece veniva abbondantemente superata negli anni scorsi. E’ invece di difficile monitoraggio il “mercato clandestino dei gatti†destinati ai laboratori di vivisezione e sperimentazione del nord europa (ma non mancano sospetti anche verso laboratori di ricerca italiani dove non sempre si denuncia il numero esatto di gatti che vengono utilizzati, e questo avverrebbe anche all’interno di qualche ateneo italiano) e soprattutto è difficile dare una somma numerica esatta, anche se sicuramente alta, del numero di mici che vengono squartati ed il cui pelo viene acconciato ed immesso nel mercato della pellicceria clandestina qui in Italia ed in particolare nei laboratori toscani, fenomeno di cui si ha la percezione della gravità ma che sfugge per quanto riguarda il numero dei gatti che vengono coinvolti. Infatti se fino a qualche anno fà buona parte degli animali veniva prelevata spesso direttamente dalle colonie feline e attraverso rapimenti mirati (gatti neri o di razza) ora pare che anche in questo settore ci sia un’evoluzione in quanto i gatti verrebbero addiritttura allevati in strutture clandestine nelle migliori condizioni per essere poi venduti al mercato nero specialmente quello dei test sulla cosmesi, mentre si ha notizia di alcuni gatti recuperati anche attraverso appositi annunci online, ed infine va riconfermato che anche nel settore dei gatti (meno conosciuto ma non per questo meno diffuso che quello dei cani) vi sono dei veri e propri centri di raccolta che spesso si nascondono dietro a pseudo rifugi o gattili dove poi viene fatta una selezione dei mici presenti e quelli considerati validi venduti al prezzo medio di 35 euro a gatto a mercanti senza scrupoli. “Non solo sacrifici o messe nere- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- quello rappresenta sicuramente il fattore più suggestivo e macabro legato alla sparizione di migliaia di gatti ogni anno, ma sicuramente il mercato neri dei mici si sta evolvendo,e coinvolge alcuni allevamenti e rifugi clandestini gestiti da persone senza scrupoli che allevano e poi vendono i mici a seconda della bisogna alla vivisezione o al mercato della conceria e della pellicceria di terz’ordine. Fattori questi sui quali chiediamo a tutti di tenere gli occhi aperti e di denunciare qualsiasi situazione a rischio prima alle forze dell’ordine e poi di darne notizia anche a noiâ€