Era palpabile la commozione in piazza Aldo Moro a Barletta dove oggi pomeriggio a partire dalle 15 si sono svolti i funerali delle cinque donne vittima del crollo della palazzina di martedì. Una calca enorme di persone ha salutato le cinque bare ma a rendere omaggio alle vittime della tragedia c’erano altissime cariche istituzionali del Paese. Alle esequie celebrate dal vescovo monsignor Giovanni Battista Pichierri hanno partecipato il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, in rappresentanza del governo e, a ricordare che quella che si è vissuta a Barletta è anche una tragedia del lavoro, c’era il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Nelle cinque bare, di cui quella bianca di Maria Cinquepalmi, la figlia dei proprietari che di anni ne aveva appena 14 e che si trovava nella maglieria per pura fatalità , c’erano i corpi di Antonella Zaza e Tina Ceci, entrambe di 37 anni, Matilde Doronzo di anni 32 e Giovanna Sardaro di anni 36. Una cerimonia, quella odierna, che ha congelato per alcune ore le polemiche relative alle responsabilità per il crollo, ma anche per le condizioni di lavoro in cui lavoravano le donne. L’azienda risultava esistente solo alla Camera di Commercio ma all’Inps non risultavano dipendenti. Allora che facevano quelle donne nello stabile? Chi sono quelle donne morte? Erano lavoratrici a nero che guadagnavano 3,95 euro l’ora ma solo quando c’era la fortuna di avere commesse. Solo allora, la manovalanza veniva chiamata a lavorare. Si fa presto, a queste condizioni a indicare il sottobosco economico di Barletta (e forse di chissà quante altre città ) come la “nuova Cinaâ€.
Ermanno Amedei
Servizio fotografico Pino Marchisella
P.M. Photo – Corso Garibaldi Barletta
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