Dall’Ufficio Stampa Gruppo IdV riceviamo e pubblichiamo:
“Ogni piano industriale di sviluppo, quindi suppongo anche il piano di FIAT Auto le cui ricadute sono altresì su Cassino, viene elaborato sulla base dell’analisi della stima della domanda del mercato di riferimento. E’ da questo dato cruciale che si elabora poi tutto il resto tra cui il piano delle risorse comprensivo del piano del personale che sarà impiegato sulle linee di produzione. Quando la stima della domanda di mercato non è rispondente alla domanda reale di auto, sono diverse le analisi che si possono effettuare, tra cui: i potenziali acquirenti rinunciano all’acquisto a causa della crisi economica, le auto prodotte non soddisfano le esigenze dei clienti che si indirizzano verso altre case automobilistiche. La mancata richiesta, rispetto alla stima iniziale, delle auto prodotte nello stabilimento FIAT di Cassino è sicuramente motivo di analisi per i vertici aziendali, ma allo stesso tempo i lavoratori chiamati in cassa integrazione, le parti sociali e, non da ultimo, i vari livelli delle istituzioni sono, a diverso livello, soggetti che non possono non prendere parte a quest’analisi. Nel rispetto massimo dei ruoli di ciascuno, i livelli occupazionali interni sono sicuramente gestiti dai vertici, ma considerato l’impatto sociale della crisi non si può non coinvolgere tutti gli attori sulla scena. Sussiste una responsabilità sociale, in particolare per la grande azienda che la chiama a dover coinvolgere tutti coloro i quali devono occuparsi, chi per compito chi per missione, di dare risposte occupazionali ai cittadini. Non ci dimentichiamo qual è il primo articolo della nostra Costituzione: il lavoro è l’elemento fondante della nostra repubblica democratica. Affinché questo si realizzi bisogna avere il coraggio di sentirsi soggetto sociale oltre che privato, solo così si afferma lo spirito democratico. Se per pure scelte di profitto, sia pur legittime giuridicamente, le errate valutazioni in fase di elaborazione di business plan strategico, vengono gestite con il ricorso agli ammortizzatori sociali, bisogna avere anche un’ulteriore dose di coraggio per restare seduti ai tavoli di Confindustria. Comportamento deplorevole far appello all’art. 8 di una manovra redatta da un governo in fuga.” Lo dichiara in una nota il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Anna Maria Tedeschi.