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Il Cocer della Finanza: “Ribadiamo: una moderna rappresentatività!”

Nei giorni 25 e 26 ottobre i componenti di tutti i Consigli di rappresentanza del personale della Guardia di Finanza si sono riuniti in assemblea presso l’Accademia del Corpo.
L’assemblea è stato il punto di arrivo di un confronto avviato nei mesi scorsi su tutto il territorio nazionale, all’indomani della seconda proroga del mandato dei Consigli, decisa dal Parlamento.
Al termine dei lavori, i rappresentanti hanno confermato l’assoluta validità, in tutti i suoi punti, del documento unanimemente approvato nella precedente assise dell’Aquila-Roma del 2008, cioè che i finanzieri necessitano di uno strumento rappresentativo di tutela dei loro diritti ed interessi che sia esterno ed autonomo dall’Amministrazione, in grado di contrattare, sia al primo che al secondo livello, capace di tutelare concretamente il personale, sia sul piano collettivo che su quello individuale.
E’ da qui che vogliamo far ripartire un serio confronto con il Parlamento, finalizzato alla concreta realizzazione di un quadro giuridico moderno, che recepisca “le migliori pratiche” oggi esistenti in Europa e superi definitivamente l’inconcludente logica delle plurime proroghe ex lege del mandato degli Organismi di rappresentanza.
Peraltro, qualora un’ulteriore proroga venisse riproposta, i singoli delegati assumeranno decisioni adeguate a tutelare il diritto del personale a vedere assicurata la propria rappresentatività.
La realizzazione di un moderno strumento rappresentativo è resa ineludibile:
· dall’urgenza di dotare i finanzieri di norme giuridiche adeguate a tutelare i loro diritti ed interessi, in un contesto che incide sempre più pesantemente ed in maniera iniqua sulle posizioni economiche dei singoli;
· dal mancato funzionamento del Cocer Interforze, il quale ha confermato l’incapacità a rappresentare le esigenze del personale della Guardia di Finanza.
I finanzieri sono operatori del diritto che quotidianamente, nel rispetto di principi etici e di correttezza, devono occuparsi dell’applicazione del nostro ordinamento giuridico. E la loro professionalità è riconosciuta e apprezzata da tutti. Sono pertanto pienamente in grado di esercitare con equilibrio e responsabilità i loro doveri e diritti di dipendenti dello Stato e non possono continuare a vedere condizionati, oltre misura, i loro diritti in forza di uno status giuridico che dovrebbe costituire veramente un valore aggiunto e non un’ingiusta penalizzazione. Peraltro, il protrarsi di questa scarsa attenzione alle loro aspettative potrebbe portare a spostare l’oggetto della discussione, aprendo un dibattito, sulla ricerca di soluzioni implicanti un nuovo status giuridico.
Sosteniamo una visione riformatrice che esca dalla prospettiva di una specificità sfornita di risorse e da percorsi legislativi come quello che ha portato alla stesura del codice dell’Ordinamento Militare, non condivisi con gli interessati, confusi e potenzialmente capaci di innescare processi regressivi dei diritti dei militari.
In questa prospettiva, ci dichiariamo distanti da riforme calate dall’alto e invece riteniamo di privilegiare un percorso che coinvolga immediatamente, oltre la rappresentanza nel suo complesso, il Comandante Generale, l’autorità politica di riferimento ed il personale, attivando anche forme di consultazione diretta dei Consigli e dello stesso.
A questo proposito, il Cocer, rafforzato dalle decisioni assunte dall’assemblea:
· delibererà, subito dopo la chiusura dei lavori, una richiesta di incontro con l’autorità politica di riferimento ed il Comandante Generale per aprire l’esame della problematica;
· rappresenterà le tesi contenute in questo documento alle forze parlamentari per riavviare la loro discussione.
Una moderna rappresentatività serve per costruire una moderna Guardia di Finanza sempre più capace di rispondere alle esigenze di legalità e giustizia dei cittadini.

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