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Incontro in biblioteca con le professoresse svedesi Cecilia Hedbor e Gudrun Rydberg

Interessante incontro di elevato spessore culturale e respiro europeo, sabato mattina, presso la Biblioteca Comunale “L. Ceci”, con due professoresse svedesi Cecilia Hedbor, storica dell’arte dell’Università di Goteborg, e Gudrun Rydberg, archivista e ricercatrice storica della regione del Dalsland. Le due professoresse svedesi esperte in arte e storia medievale e studiose di labirinti sono giunte ad Alatri, dove sono rimaste due giorni, a seguito dell’interesse e clamore a livello internazionale che ha suscitato l’affresco con il “Cristo nel labirinto” del chiostro di San Francesco. I prodromi della visita si sono avuti l’estate durante la spedizione guidata da Giancarlo Pavat in Svezia sulle tracce di un labirinto simile a quello di Alatri. In quell’occasione, i membri della spedizione ciociara, Marco e Manuela Di Donato, Sonia Palombo, Paolo Ruggeri e Domenico Pelino si sono incontrati presso la chiesetta di Grinstad (che cela anch’essa un misterioso labirinto) nella remota regione svedese del Dalsland, con alcuni ricercatori svedesi, tra cui appunto Cecilia Hedbor e Gudrun Rydberg. Inoltre, quest’ultima è già nota al pubblico alatrense in quanto intervenne in diretta telefonica durante il convegno sul “Cristo del labirinto” tenutosi nella città ernica il 24 aprile 2010. Lo scorso luglio erano giunti ad Alatri altri due professori svedesi, i coniugi Per ed Ida Ostenberg, anch’essi affascinati dall’enigmatico affresco con il “Cristo nel labirinto”.
Ora è stata la volta delle professoresse Hedbor e Rydberg, che hanno restituito al visita, approfittandone però per scoprire le bellezze paesaggistiche, storiche, artistiche e culinarie di Alatri e della Ciociaria. Sabato mattina le due professoresse, accompagnate dal nostro Giancarlo Pavat e dagli altri componenti della spedizione ciociara in Svezia, oltre che da Claudio Imperatore, sono state ricevute dall’assessore alla cultura dott. Carlo Fantini, dal direttore della Biblioteca dott. Antonio Agostini, del direttore del Museo Civico dott. Luca Attenni e dalla dottoressa Graziella Frezza della Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici. Presenti in sala, oltre agli studenti del Liceo ed altri appassionati di Alatri, tra cui il dottor Filippo Belli, anche il dottor Giulio Rossi, che assessore alla cultura della precedente amministrazione comunale ha avuto un ruolo di primo piano nella valorizzazione e divulgazione dell’affresco con il “Cristo nel labirinto”.
Dopo l’intervento d’apertura dell’assessore Fantini, che ha portato i saluti del sindaco e dell’amministrazione comunale, ha preso la parola lo scrittore e ricercatore Giancarlo Pavat, il quale da anni sta portando avanti le ricerche sull’affresco alatrense ed a cui si deve, non solo la scoperta della similitudine con il labirinto di Chartres, ed ora pure con quello svedese, ma pure il merito di essere riuscito a far conoscere a livello nazionale e internazionale l’opera d’arte del chiostro di San Francesco. Ma non solo, è stato proprio Pavat, che tramite conoscenze ed amicizie personali è riuscito negli anni scorsi a far arrivare ad Alatri organi di informazione e network televisivi nazionali. Come RaiUno con la giornalista Camilla Nata, Siusy Blady con Sky e, soprattutto il programma di RaiDue “Voyager di Roberto Giacobbo.
Sabato mattina in biblioteca, davanti ad un pubblico attento ed affascinato, Pavat, con l’ausilio di inedite fotografie scattate in Scandinavia, ha spiegato l’importanza della similitudine tra il labirinto alatrense e quello svedese. Infatti il labirinto presente nella chiesa di Grinstad, è l’unico (tra i sette sparsi per l’Italia e l’Europa), oltre a quello di Alatri, ad essere affrescato su una parete verticale all’interno di una chiesa.
Pavat ha mostrato, inoltre, per la prima volta ed in esclusiva le fotografie di alcuni simboli rinvenuti nella chiesa di Grinstad e poco noti o del tutto sconosciuti persino agli svedesi. Come la “Croce Patente” ed il “Fiore della Vita”, presenti anche nel chiostro di San Francesco ad Alatri, che sembrano attestare una presenza dei cavalieri Templari nella regione svedese. Presenza mai ipotizzata prima dagli Svedesi.
Quando è stato il turno dell’intervento delle professoresse svedesi Hedbor e Rydberg, queste hanno confermato l’importanza delle scoperte fatte dagli Italiani l’estate scorsa. Inoltre hanno raccontato la storia della chiesa di Grinstad e delle altre chiese medievali del Dalsland e del labirinto svedese. Regalando anche un piccolo scoop. Esiste infatti un frammento di un codice medievale del 1400 islandese, ma conservato a Copenhagen, in cui è ritratto un sovrano inginocchiato che offre un dono rivolto ad un labirinto circolare ed unicursale. Purtroppo la pagina è frammentaria e si vede solo una piccola parte delle circonferenze del labirinto.
Il labirinto islandese era stato pubblicato già da Hermann Kern nel suo volume del 1981 (edizione italiana: “Labirinti. Forme ed interpretazioni. 5000 anni di presenza di una archetipo”, Feltrinelli). Ma il grande studioso di labirinti tedesco non conosceva l’affresco di Alatri (che all’epoca non era ancora stato scoperto) e quindi non aveva potuto formulare alcuna ipotesi. La storica dell’arte Cecilia Hedbor, invece, venuta a conoscenza, grazie alle ricerche di Pavat, dell’esistenza del “Cristo nel labirinto”, ritiene (ed l’ha dichiarato in interviste sia in svedese che in italiano) che il re del manoscritto islandese stia offrendo un dono a qualcuno posto al centro del labirinto. E questo qualcuno non può essere che Cristo stesso.
Se così fosse, sarebbe la prima, incredibile, testimonianza che l’affresco alatrense, o quantomeno la sua iconografia, era nota nel Medio Evo persino nelle estreme regioni settentrionali d’Europa. Di ciò è convinta la professoressa Hedbor.
L’incontro di sabato mattina si concluso con la dissertazione della dottoressa Graziella Frezza della Soprintendenza, che ha annunciato l’inizio del restauro dell’affresco.
Ha spiegato che sino al termine dei lavori, previsto per la prossima primavera, l’affresco non potrà essere visto per ovvi motivi di sicurezza. Ma, accogliendo l’invito e la proposta dell’assessore Fantini, la Frezza ha detto che nel corso dei prossimi mesi verranno organizzati altri incontri culturali al fine di tener informata la cittadinanza e gli appassionati sullo stato ed il procedere dei restauri. Ha ribadito l’assoluta professionalità e competenza di coloro i quali stanno operando nel cunicolo, spiegando, nel contempo, che solo la Soprintendenza ha titolo di effettuare saggi sull’affresco. E questo per cercare di mettere la parola fine alle polemiche delle scorse settimane su fantomatiche scoperte sotto l’affresco fatte da sedicenti ricercatori e, addirittura richieste di blocco dei restauri per prima effettuare non meglio precisate analisi del manufatto.
La dottoressa Frezza, invece, ha in linea di massima confermato la datazione, tra il XII e XIV secolo, già proposta da Pavat negli anni scorsi. Fermo restando eventuali novità che dovessero emergere dai lavori in corso.
Una volta riaperto al pubblico il cunicolo del chiostro di San Francesco, le visite saranno permesse ma contingentate, attenendosi a misure volte a salvaguardare un opera d’arte davvero unica che tutto il mondo invidia ad Alatri.
Terminato l’incontro, Alatri ha riservato altre entusiasmanti sorprese per le ospiti svedesi. Nel corso delle due giornate alatrensi, infatti, accompagnate da Pavat, Sonia Palombo, Marco Di Donato, Paolo Ruggeri ed i giovani ricercatori pontini Fabio Consolandi e Luca Pascucci, hanno visitato il Museo Archeologico, dove si sono complimentate con il direttore Luca Attenni per il nuovo allestimento ed il percorso espositivo. Ma pure la Cattedrale di San Paolo, la chiesa di Santa Maria Maggiore, il chiostro di San Francesco ed, ovviamente, le Mura e le Porte ciclopiche dell’Acropoli. Davanti alle quali sono rimaste letteralmente a bocca aperta. Ma non hanno dimenticato di apprezzare pure la cucina locale. Un incontro importante, quindi, che potrebbe essere foriero di future collaborazioni anche con l’Università di Goteborg, oltre ad aprire al strada per un turismo non solo scandinavo ad Alatri, legato al labirinto.

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