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Denuncia il pizzo e viene sfrattato

Dall’Ufficio Stampa Federcontribuenti riceviamo e pubblichiamo:
Si è appena conclusa la giornata dedicata all’ – Usura day – eppure, proprio domani mattina alle 9, una famiglia campana che ha avuto il coraggio di denunciare un potente clan locale, si vedrà sfrattata dalla sua casa per mano di un ufficiale giudiziario. La camorra ha agito prima con il pizzo poi nascondendosi dietro false finanziarie e lo Stato non è riuscito ad imporsi, non è riuscito a farsi garante di tutti quei buoni propositi che tanto siamo capaci di sbandierare.

Niente, per questa famiglia non esiste niente, solo il silenzio glaciale delle istituzioni e la mortificazione di vedersi messa in strada senza sapere dove andare.

Il capo famiglia, di cui omettiamo il nome per privacy ma di cui siamo pronti a dare ogni recapito in caso di aiuto concreto, ribadisce la sua volontà a mettere in atto i suoi propositi suicidi. Rischiamo di assistere all’ennesimo omicidio di Stato. Denunciare il racket è un dovere civico, difendere chi denuncia è un dovere dello Stato.

E se non basta la motivazione del giudice dell’esecuzione che dice chiaramente che non sa come ripartire i proventi della vendita dei beni di questa famiglia, poiché, non sa riconoscere i ”creditori buoni da quelli cattivi”, a far riaprire le indagini dalla Dia e sospendere l’esecuzione di domani, a cosa ci si deve appellare?

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