Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Non capita tutti i giorni di leggere notizie così importanti in tema di educazione alimentare dei bambini e di attività delle istituzioni per favorire lo sviluppo di abitudini più sane di quelle che da decenni in virtù di un consumismo esasperato inculchiamo ai più piccoli.
Da qualche giorno, infatti, la giunta regionale della Sicilia ha annunciato di aver inserito nella propria legge finanziaria d’imminente approvazione alcuni provvedimenti legislativi che hanno come unico comun denominatore la promozione di prodotti locali e per l’appunto l’agevolazione di percorsi di cultura alimentare volti all’adozione graduale di abitudini più sane. Tra le norme più eclatanti e che più potranno esprimere i propri effetti è quella che introduce da una parte il divieto di distribuzione nelle scuole di bibite gassate e dall’altra consente solo quella di spremute, frutta in pezzi e altri prodotti tipici.
Per la verità , le nuove disposizioni pur avendo la non trascurabile prerogativa di essere le prime in Italia in tal senso, seguono quelle già introdotte da tempo negli Stati Uniti ed in particolare in 14 Stati dell’apparato federale statunitense.
Per l’importante novità che rappresenta nel panorama nazionale italiano, Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore†di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti†non può che plaudere ad un’iniziativa che non ci sorprende arrivi proprio dal profondo Sud dove l’attenzione alle sane abitudini ed alle tradizioni pare sia ancora altissima anche tra le istituzioni e che a parere di chi scrive dovrebbe essere presa da esempio in ogni regione del Belpaese.
Per tanto a nulla valgono le levate di scudi degli industriali che producono bibite gassate e zuccherate che secondo le testuali parole dell’Assobibe che alla notizia ha emesso un apposito comunicato «I soft drink non sono i responsabili dell’obesità . In letteratura non esistono evidenze scientifiche che attestino una relazione diretta tra consumo di bevande analcoliche ed incremento dell’obesità ».
A livello non solo di studi sociologici, ma dall’esperienza che ci viene dai nostri genitori e nonni, è evidente che le sane e corrette abitudini s’imparano proprio in quei luoghi dove ci viene insegnata l’educazione e dove si forma il comportamento, anche alimentare, di quelli che saranno i futuri adulti. Quindi, quello della Regione Sicilia appare come un piccolo ma importante passo da seguire in un contesto, quello dell’educazione alimentare che è fatto di gesti consuetudinari che si susseguono nel corso della vita e che possono giovare alla salute dei più piccoli ed alle loro abitudini alimentari future.