Dall’Ufficio Stampa Federcontribuenti riceviamo e pubblichiamo:
La conta dei suicidi non si ferma nemmeno in queste giornata. La scorsa notte si è ucciso un padre di famiglia, un artigiano. Il padovano si sveglia così, sconvolto da altre lacrime. R.S., 54 anni, viveva e lavorava a Campodarsego, titolare di una ditta individuale di pitture edili. È stato trovato dai familiari poco prima dell’una di notte: con una corda al collo fissata alla grondaia di casa. Un biglietto di poche righe, l’ultimo saluto ai suoi cari. Gli investigatori subito individuano nel calo di lavoro, nella difficoltà nel recuperare i crediti, le cause dell’estremo gesto. Si chiude così il disastroso 2011? Sarà questo l’ultimo suicidio, figlio di una pericolosa e mal gestita situazione economica? Di chi è la responsabilità di questa nuova morte se non di chi è chiamato a governare la nazione? «Presidente Monti, lo sente questo gravoso peso, questa colpa sul cuore? » Il presidente di Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro, ha chiesto a più riprese un incontro, sempre rimandato, sempre negato, eppure, voleva solo raccontare queste vite spezzate, spiegarne le cause e tentare un percorso rapido e condiviso. Girare gli occhi dall’altra parte e insistere su strade illogiche e controproducenti, questa è la sensazione che si ha nei confronti di chi ignora questa situazione. E allora ecco il racconto di un altro cittadino italiano il quale, secondo Equitalia, è debitore di 80 mila euro.
” Abbiamo ricevuto la prima cartella esattoriale con un importo di circa 50 mila euro che abbiamo rateizzato; sono già due anni che paghiamo a rate.
Poi ci è arrivata una seconda cartella d’ altrettante 50mila euro. Abbiamo dovuto licenziare 5 dipendenti sempre pagati e retribuiti regolarmente da anni e chiudere l’azienda. Le cartelle continuano a piovere su di noi e stiamo pensando di abbandonare l’Italia, sinceramente la voglia di combattere ci sta venendo meno. Gli studi di settore sono ingiusti, all’inizio fatturavamo bene poi nell’arco degli anni il fatturato si è dimezzato ma, secondo loro, dovevamo pagare comunque, senza avere la possibilità di un dilazionamento che ci avrebbe fatto salvare l’azienda e il posto di lavoro dei nostri dipendenti, ora disoccupati. Ci stanno rendendo la vita difficile, ci hanno ipotecato la casa, tutte le auto e il furgone aziendale. Chiaro che io voglio pagare è stiamo pagando ma in questi periodi è molto dura, volevamo un pò di respiro e pagare i tassi giusti e non perdere la casa acquistata con sacrifici di anni lavorando più di 16 ore al giorno 7 su 7 giorni. ”
Omettiamo al momento il nome per difendere quel poco di diritto alla privacy che è rimasto in Italia. Qualcuno lo definisce il ” gioco delle parti”, cioè quando i rappresentati di due opposte fazioni si rilanciano a turno la patata bollente. Se immaginiamo un ring dovremmo dire che nei due angoli siedono Equitalia e la Federcontribuenti e che l’arbitro non è imparziale considerato che questo è un dipendente dello stesso ministero che incoraggia Equitalia. ( Giustizia Tributaria )
Cosa si chiede ad Equitalia: di fare soldi, con ogni mezzo.
Cosa si propone la Federcontribuenti: di tutelare i cittadini e difenderne i diritti oltre che ad invitare il governo a varare riforme e Leggi tali a garantire giustizia sociale e rilancio dell’economia.
Su cosa si fonda Equitalia: su un imponente sistema di potere centralizzato.
Su cosa si fonda la Federcontribuenti: sull’idea insana che i contribuenti vadano salvaguardati e non ingiuriati. Perchè se i contribuenti sono salvaguardati si difende l’economia nazionale che diventa prospera e rigogliosa e non una landa arida.
Questi cittadini chiedono di poter pagare senza dover rinunciare al proprio diritto di vivere, chiedono, in momento così economicamente difficile, di vedersi aiutati e non calpestati. Ogni azienda che facciamo chiudere, ogni saracinesca che obblighiamo ad abbassarsi, ogni suicidio equivale ad un fallimento del governo e di chi lo amministra. Come si può parlare di riforme per lo sviluppo economico? Per sviluppo economico si intende proprio la tutela di questi piccoli imprenditori, dando a loro la possibilità di rientrare dai debiti con sistemi equi, stabilendo una riscossione idonea ai redditi di ognuno. La Federcontribuenti non dimentica il difficile momento che stanno vivendo gli impiegati di Equitalia che non hanno colpe, ma vengono visti come dei boia che non sono. Anche Equitalia è tempo faccia la sua parte, è tempo smetta di ubbidire ai comandi di uno Stato padrone ed imponga linee più morbide, giuste, democratiche.
Questo incontro di pugilato deve giungere al termine e deve vedere come vincitore uno Stato di diritto e non di oppressione. «Non si chiede altro e non ci rassegneremo: continueremo a ricercare un modello politico – amministrativo in linea con i diritti e i bisogni di tutta la popolazione italiana, quella che paga e sovvenziona tutto e tutti, quella che può salvare la nostra economia e farci sentir fieri d’essere italiani». Le cartelle di questo cittadino verranno periziate per capire se c’è o meno usura, la Legge sulla riforma del sistema della riscossione ha iniziato il suo lungo viaggio al Senato, si continuerà incessanti ad indicare ai ”Fari spenti” il percorso da seguire per ristabilire il concetto di democrazia in Italia.