Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Proprio così anche gli sputi finiscono in cassazione.
A volte la Cassazione penale ci fa sorridere ma svolge una funzione che potremmo definire preventiva ed educativa con decisioni che riguardano vicende che ci possono capitare tutti i giorni, tipo quella che commenta Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che nella specie riguarda un uomo di Avellino reo di aver lanciato degli sputi contro l’auto di un anziano. In primo grado il caso era stato deciso dal giudice di pace di Castel Baronia (Av) che lo aveva condannato. La condanna era stata poi annullata dal Tribunale con la motivazione che “il semplice sputo non e’ idoneo a produrre un’alterazione quantomeno temporanea e superficiale della res, necessaria ai fini della configurazione del reato”. Il caso finiva quindi in Cassazione dove la Seconda sezione penale (Sentenza 45924/2011) ha accolto i ricorsi della parte civile e del Pubblico Ministero. Secondo i Supremi Giudici il tribunale che “non ha considerato che nella fattispecie trattavasi di diversi sputi” ed e’ stato “confuso l’elemento soggettivo del reato con quello oggettivo della idoneita’ della condotta”.
Gli ermellini hanno chiarito nei dettagli quando gli sputi sono leciti e quando invece integrano il reato di deturpamento. Secondo i giudici di piazza Cavour il reato sussiste “allorche’, per la particolare densita’, o perche’ reiterati, risultino idonei ad imbrattare il bene, sporcandolo e insudiciandolo”.