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La FLMUniti denuncia lo strano fenomeno dei “rastrellamenti” dei lavoratori con capacità ridotte

Dalla Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti-Confederazione Unitaria di Base riceviamo e pubblichiamo:
Da diversi mesi assistiamo a strani ed ambigui spostamenti all’interno dei reparti e/o capannoni del sito Fiat di Cassino. Sembra di assistere ad un film già visto nel 1999 e replicato a Pomigliano nel 2009.
Infatti ogni giorno vengono rastrellati lavoratori, dai reparti di appartenenza, e deportati verso i reparti della logistica. Oggi come un decennio fa, questi lavoratori “deportati” hanno gli stessi comuni denominatori:
ridotte capacità lavorative (RCL), determinate da anni di catena di montaggio e altri lavori usuranti (sono molti i lavoratori che hanno contratto in Fiat le più svariate patologie);
e l’appartenenza a sindacati di base, in particolare FLMUniti-CUB.
A questo punto è legittimo chiedersi quale sarà il destino di questi lavoratori
Assisteremo forse a nuove terziarizzazioni?
Se si considera ciò che ruota intorno allo stabilimento (COSILAM – NIPA – SDE – CEVA) qualche dubbio, in effetti, cominciamo a nutrirlo.
Infatti, la presenza di alcuni di questi “imprenditori” non può passare inosservata perchè già alcuni anni fa si sono resi protagonisti di infelici performances imprenditoriali. A tal proposito giova ricordare l’acquisizione di uno dei reparti della ex-ITCA (filiale 5) e chiuso solo dopo pochi mesi dall’acquisto.
Sulla base di questi elementi non c’è da stare tranquilli.
Chi dovrebbe informare i lavoratori è occupato, oggi come ieri, in altre faccende.
L’unico metodo efficace per conoscere le intenzioni della Fiat e mettere a nudo la situazione è LA LOTTA

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