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Lacrime e sangue degli italiani, ma per che cosa? Tre domande per il professor Monti

di Max Latempa
Dunque ci siamo. A breve il governo Monti comunicherà come intende raggranellare i 25 miliardi stimati per la manovra finanziaria voluta dalla BCE e necessari per rientrare, forse, nei parametri comunitari. Saranno comunque lacrime e sangue per tutti gli italiani.
Questi sacrifici si aggiungeranno a tutti quelli fatti in questi anni e riassumibili così: pressione fiscale alle stelle, inflazione reale ben diversa da quella dichiarata, perdita del potere d’acquisto, perdita di posti di lavoro, perdita di competitività e di produzione industriale.
Tutto questo a pro di che?
Per tenere in piedi l’ Euro e rimanere in questa Europa dominata dalla Germania.
Gli italiani faranno i bravi e pagheranno anche questa volta, abbassando la testa.
Mossi da un rigurgito d’orgoglio, però, prima di aprire il portafoglio, ci sono almeno tre domande che gli italiani dovrebbero rivolgere al Premier.
La prima: dato che i parametri di Maastricht, a cui si fa riferimento, sono composti dal rapporto tra pil e deficit, perché non si interviene decisamente aumentando il pil e non tagliando sempre il deficit (che è formato in larga parte dalle spese del welfare)?
A mettere le tasse sono capaci tutti e non bisogna essere laureati alla Bocconi. Un suggerimento ai professori del nuovo governo: il primo provvedimento da prendere era quello di bloccare alcune importazioni di prodotti chiaramente fabbricati sotto costo e non in linea con gli standard italiani su qualità, rispetto dell’ ambiente, salari comparati e lavoro minorile. Si chiama concorrenza sleale ed ha messo in ginocchio migliaia di imprese italiane.
Seconda: se l’ Italia, a costo di sacrifici immani, dovesse rientrare nei parametri di Maastricht e dovesse raggiungere nel 2013 il pareggio di bilancio, non avrebbe più bisogno di stare in questa Europa. Sarebbe una nazione talmente forte da poter francamente fare a meno della prosopopea francese e, soprattutto, della furba arroganza tedesca. Perché non approfittare e sganciarci da questo treno che fino ad oggi, con la sua folle corsa verso l’ ignoto, non ha fatto altro che peggiorare la nostra qualità di vita? (Ma ha permesso alla Germania di vendere i bund all’ 1% di interesse, finanziando a costo zero il proprio welfare).
Terza: come si spiega la mancata presa di posizione nei confronti della squallida vicenda di Pier Francesco Guarguagnini, settantatreenne (!) presidente di Finmeccanica, costretto a dimettersi perché indagato in una vergognosa vicenda di tangenti. Avrà dallo stato una buonuscita di 5,5 milioni euro, pari a circa 220 anni di stipendio di un operaio della stessa Finmeccanica. La stessa Finmeccanica che sta per licenziare centinaia di operai alla Selex ed alla Breda Ansaldo. E’ mai possibile?
Allora, ci dica Professor Monti, per che cosa stiamo pagando?

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