Multiproprietà , il caso de “I cieli di Roma”: guerra fra associazioni, ne rimettono i contribuenti
24 Dicembre 2011Da Federcontribuenti Veneto riceviamo e pubblichiamo:
Una multiproprietà che dà sempre più oneri da pagare a chi ha comprato la propria quota, senza nessun ricavo. Una società , «I cieli di Roma» in guerra aperta con un’associazione (per la precisione Associazione Italiana Multiproprietari, AIM) che qualche anno prima certificava proprio ai compratori la bontà dell’investimento, e che ora invece ha cambiato idea.
Sullo sfondo la Federcontribuenti Veneto, che sta raccogliendo faldoni di documenti per quello che il presidente Marco Paccagnella non esita a definire «un meccanismo che va a scapito dei compratori». Con un monito ulteriore. «Chiunque si trovi in una situazione del genere sappia a quali rischi va incontro, anche sulla base delle esperienze de “I cieli di Romaâ€Â». Gli ingredienti per una storia nebulosa ci sono tutti, come c’è una certezza: a rimetterci, come spesso in questi casi, è chi ha comprato parte della multiproprietà . Si stima siano 1500 persone, con quote che vanno dai 6 ai 12 mila euro. Il racconto comincia già nel 2004: il residence «I cieli di Roma» mette sul mercato le quote della multiproprietà . Lo fa tramite la World Resort Excanghe Corporation, con sede a Wilmington, Usa. Non solo: la proposta è certificata dalla Associazione Italiana Multiproprietari, sedicente gruppo di specialisti che dovrebbe (condizionale d’obbligo) tutelare chi acquista parti di multiproprietà . Non si tratta di un vero e proprio residence, come si potrebbe immaginarlo, ma di una via accanto alla pineta di Castelporziano: gli appartamenti sono sparsi in condomini nei quali convivono i multipropretari con altre persone estranee a «I cieli di Roma», a loro volta in affitto o proprietari.
I racconti dei proprietari già segnalano qualche stranezza: a contattarli sono delle volontarie dell’associazione, almeno così si qualificano. E i clienti non sono casuali: sono persone che già hanno delle cattive esperienze con multiproprietà ai quali in pratica viene offerto uno scambio. Ovvero: ti prendi una parte dei «I cieli di Roma» e noi ti liberiamo dalla multiproprietà precedente. Le spese legali saranno coperte, viene detto a voce (non c’è sul contratto) dai ricavi della propria stanza in residence: quando non è occupata verrà affittata, viene promesso. Un metodo non nuovo, conosciuto anche dai magistrati, come dimostra una sentenza del tribunale di Montebelluna, riportata anche dal sito dei legali italiani, http://www.legali.com/spip.php?article1448&lang=it.
Nascono però le prime lamentele: sull’utilizzo del proprio spazio nel residence, sulle spese sostenute ogni anno, sul fatto che i clienti scoprono come a fine pagamento dovranno spendere ulteriori soldi per un trasformare il proprio diritto di proprietà in un certificato di godimento: altra spesa che va dai 5 ai 7500 euro. Lamentele che sfociano in una lettera inviata dall’Associazione Italiana Multiproprietari ad ogni proprietario del residence in cui si denunciano le mancanze del club «I cieli di Roma». Una situazione «chiarissima e molto spiacevole», atto d’accusa al quale reagisce Francesco Rossini (la World Resort Excanghe Corporation gli ha ceduto il tutto a vendite ultimate: era la mandataria per piazzare le quote, ora non risponde più neanche alle lettere che tornano con dicitura “sconosciutoâ€), presidente del club residence «I cieli di Roma». Come? Aggredendo l’AIM, definita «un’associazione che non tutela gli interessi dei consumatori, ma una società commerciale che rottama a pagamento le multiproprietà dei Residence e in particolare de I cieli di Roma. La rottamazione, ovvero cancellazione della proprietà in cambio di denaro, è un pratica che in taluni casi configurarsi come una vera e propria truffa». Parole di Rossini in una lettera mandata ai proprietari, con riferimento all’offerta che l’AIM avrebbe fatto ad alcuni proprietari di risolvere la questione, a pagamento. Oltre il danno la beffa: una situazione kafkiana, a dir poco: il residence e l’AIM, un tempo società venditrice e certificatrice dell’affare, si combattono a colpi di denunce, pare non solo verbali. Nel frattempo l’associazione che gestisce il residence «I cieli di Roma» sta contattando i multiproprietari per una permuta ulteriore, da multiproprietà a certificato di associazione. Nei contratti proposti manca la partita Iva. Oltretutto è difficile per un’associazione, che è ben diversa da una società commerciale, giustificare una vendita e gli incassi per le spese di gestione.
Ma il caso è seguito da Paccagnella da tempo. «Oltre 30 proprietari si sono rivolti a noi. Chiediamo che la magistratura cominci ad indagare su questa che, a quanto dicono i contribuenti che ci hanno chiamato, sembra essere una truffa a danno del consumatore, fra l’altro con pagamenti fatti con assegni post-datati e cambiali. Chiunque voglia assistenza legale o informazioni, si rivolga a Federcontribuenti Veneto». Paccagnella ha molti altri dubbi. «Intanto perché usare una società con sede negli Usa. Vien da pensare che in questo modo non si paghino le tasse. Poi quello che sta succedendo fra AIM e club è veramente paradossale: proprio l’AIM certificava la bontà dell’offerta ai tempi dell’acquisto, ora invece fa marcia indietro».