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Ad un passo dalla centrale a Biomasse di Lanciano, il sindaco incontra i residenti

Centrale a Biomasse ed elettrodotto sono stati i principali argomenti che hanno tenuto banco, ieri sera, all’incontro tra il sindaco di Lanciano Mario Pupillo accompagnato da buona parte della sua giunta e i residenti delle contrade a sud della città Frentana. Da tempo in quella zona non si nascondono i malumori per una più volte definita distanza dell’amministrazione da quelli che sono i problemi. Al di qua del Sangro si concentrano discariche e impianti, come quello a Biomasse di prossima entrata in funzione, che non gratificano certamente il territorio. Detto no, in maniera categorica, alla localizzazione in zona del nuovo ospedale, e un “ni” per l’ente Fiera, è stato anche affermato che poco si può fare per impedire l’entrata in funzione dell’impianto a biomasse. Ad ascoltare sindaco e giunta c’erano un centinaio di residenti che si sono riuniti nei locali del ristorante La Stella a Sant’Onofrio. Tutte le procedure, a detta dell’amministrazione, sarebbero corrette e inattaccabili ma anche che l’impianto è costruito rispettando le vigenti norme di sicurezza. Inoltre sarebbe stato cambiato il progetto originario che prevedeva un invaso da 15 mila metri cubi a cielo aperto a favore di grossi silos all’interno dei quali sarà fatto lo stoccaggio. Flavio Pasquini, ex consigliere comunale dell’allora maggioranza Paolini e che si è interessato alle problematiche di un impianto del genere nella zona, ha detto: “Anche secondo la Regione non ci sono irregolarità ma va comunque ricordato che alcuni aspetti procedurali sono contestabili. Dal punto di vista pratico va ricordato che nell’impianto in questione, potenzialmente, potrebbero essere conferiti anche rifiuti organici. Data l’ormai corso di esaurimento della discarica di Cerratina, è motivo di preoccupazione, per noi della zona, pensare che l’impianto, almeno tecnicamente, potrebbe diventare la terza discarica nel raggio di un chilometro”. Ma ormai le cose sembra fatte e al continuo contrasto all’ipotesi di far entrare in funzione l’impianto, Pasquini avanza un’ipotesi che possa quantomeno ristorare i residenti dal “danno” di vivere vicino ad una simile struttura. “Prendendo per buono che l’impianto ha tutti i requisiti in termini di sicurezza, va sottolineato che, ha detta degli esperti, il 70% dell’energia prodotta con la digestione viene disperso nell’atmosfera. Mi chiedo perché non utilizzare questa energia per creare una rete di teleriscaldamento a vantaggio degli abitanti della zona anche in considerazione del fatto che l’area non è coperta da rete di metanizzazione”.

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