Dall’Addetto stampa del presidente della Commissione Consiliare Federalismo Fiscale e Roma Capitale riceviamo e pubblichiamo:
È di qualche giorno fa la notizia che la Giunta Regionale ha approvato il Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche per il prossimo anno scolastico, il 2012/2013. La notizia è stata accompagnata dal consueto comunicato di soddisfazione espresso dalla Giunta Regionale che parla di provvedimento importante e si compiace con se stessa per l’importante lavoro di “riorganizzazione†fatto, in modo che così si “risponda agli effettivi bisogni della popolazione scolastica regionaleâ€.
Tanto compiacimento onestamente pare fuori luogo, visto che il Piano di dimensionamento, in realtà , è un piano di ridimensionamento, voluto dal Ministero dell’Istruzione per contenere le spese e non è certo destinato prioritariamente alle esigenze di studenti e genitori. Si tratta di una necessità per starci dentro con le spese, in sostanza, e niente di più, che ha portato il dicastero a richiedere che d’ora in avanti ci sia un preside ogni 1.000 alunni (fatti salvi gli istituti dei territori montani dove il minimo è di 600 alunni).
Il Ministero aveva infatti richiesto alla Provincia di Roma (che doveva mettere a punto un piano di dimensionamento per le scuole dell’obbligo del suo territorio per poi passarlo alla Regione) la riduzione di almeno 60 posti di preside per rispettare quanto previsto a livello nazionale. La Provincia di Roma ha quindi deliberato, il 28 dicembre scorso, un Piano provinciale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche che prevedeva 67 accorpamenti, già sette in più del minimo richiesto; un aumento resosi necessario per riuscire a procedere alla riorganizzazione in modo ottimale, tentando di trovare delle soluzioni che fossero il meno possibile problematiche per studenti e genitori.
Ebbene, la Giunta Regionale la settimana scorsa ha trovato giusto tirare un tratto di penna su altre 7 presidenze in Provincia di Roma, in modo che ora il piano di (ri)dimensionamento scolastico prevede ben 14 accorpamenti in più rispetto al minimo richiesto dal Ministero. Quindi, non solo la situazione è stata peggiorata (ogni accorpamento di presidenza di istituto scolastico ha inevitabilmente conseguenze negative per gli studenti dell’istituto “accorpato†che, al meglio, finisce per diventare una succursale di un’altra scuola, magari lontana, e alla peggio, può finire con l’essere semplicemente chiusa e gli studenti sparsi qua e là altrove…) ma si reputa giusto anche mostrarsene contenti e compiacersi del lavoro fatto.
Ora, visto che a mio avviso c’è veramente poco di cui rallegrarsi, voglio dire pubblicamente che studierò con cura il testo del provvedimento, che deve ora passare al vaglio della Commissione Scuola del Consiglio. E quando questo succederà non prenderò certo la parola per rallegrarmi, bensì per chiedere conto all’assessore Sentinelli di questa scelta e per chiederle di tornare sui suoi passi.