di Max Latempa
Adesso che anche il Financial Times ha riportato la notizia che la Germania ha di fatto chiesto il commissariamento della Grecia in tema di politica fiscale e tributaria, e che il governo ellenico di Lucas Papademos ha ufficialmente risposto, giudicando la proposta tedesca una cessione della sovranità nazionale, ritenendola del tutto inaccettabile e indiscutibile, forse anche i più ingenui sostenitori del carrozzone di Bruxelles saranno meno convinti della necessità di dare ulteriore credito alla cricca che ci governa in questa Europa Made in Germany.
Poche ore dopo, Bruxelles ha dovuto emettere una nota, in cui si precisava che non sarebbe intenzione della UE limitare la sovranità nazionale greca. Semmai, puntualizza la Commissione, si tratterebbe solo di una maggiore collaborazione tra Bruxelles e Atene, ma l’ultima parola spetterebbe sempre ai greci.
Verrebbe da dire grazie, troppo buoni.
La verità è che ci stanno provando in tutti i modi a scavalcare le prerogative democratiche che sono alla base della attuale civiltà occidentale. E se non si farà qualcosa prima o poi ci riusciranno. Con la Grecia ormai è un dissanguante tira e molla, che risulterebbe anche comico, se non avesse conseguenze drammatiche per il popolo ellenico. La Germania ora vuole garanzie per i 130 miliardi di euro della nuova tranche di prestiti promessi. La gente della Grecia invece da mesi chiede di farla finita con questa Europa dei miraggi e vorrebbe tornare alla dracma ed alle millenarie orgogliose miserie che l’ hanno da sempre tenuta in piedi. Con l’ Ungheria invece il ricatto ha funzionato così bene che il premier Orban ha dovuto chiedere scusa un po’ a tutti.
Nel frattempo le banche tedesche incassano interessi a doppia cifra sui titoli di stato di questi paesi a rischio che però a rischio non lo sarebbero più se ci fosse una bella annessione. Non militare, come con l’ Austria nel 1938, ma politica.
Intanto, perché non tenere sotto pressione anche altre nazioni, tanto da creare un po’ di allarmismo e per mettere in vetrina i favolosi ed affidabilissimi bund tedeschi che, ad interesse zero, vengono venduti come il pane e sostengono senza spese il welfare del popolo germanico.
E’ questa la sostanza della attuale Europa, Quarto Reich del ventunesimo secolo.
Non a caso si ricomincia a parlare di razza ariana e di superiorità germanica. Lo ha fatto Der Spiegel, il settimanale che ha ricamato pesantemente sulla vicenda di Schettino e della Costa Concordia.
L’ Italia prima di questa Europa a trazione tedesca, in cui vengono innanzitutto salvaguardati gli interessi economici e commerciali di Berlino, era la quinta potenza mondiale. Produceva un po’ di tutto e svalutava la piccola liretta quando voleva dare un po’ di ossigeno alle imprese esportatrici.
Ora invece dobbiamo addirittura chiedere alla Merkel se il nostro presidente del consiglio è di suo gradimento.
La Germania per sua natura è portata a dominare tutto quel che la circonda. E per questa velleità nefasta ha causato negli ultimi 90 anni due guerre ed oltre 100 milioni di morti.
Avevamo avuto la fortuna che era stata divisa e ridotta ad una nazione fantoccio che prendeva ordini da Londra, Washington e Mosca. Sono stati 60 anni di pace. Ma ora il mostro teutonico sta rialzando la testa. L’ Inghilterra se n’è già accorta e si sta abilmente defilando. La Francia si è illusa di poter condividere la mattanza con Berlino, ma poi è bastato un rating contrario a ridimensionarla.
Infine c’è l’ Italia. Questa volta speriamo di non stare di nuovo dalla parte sbagliata.