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Non fateglielo sapere alla sua mamma…

di Palma L.

L’essere madre ti rende inevitabilmente più sensibile a tutte le vicende che vedono coinvolti i bambini; un po’ perché ti ci immedesimi, un po’ perché ora sai quanto siano indifesi.. Non è che delle altre vittime di questo nuovo Titanic, quindi, non me ne importi …no, ma proprio non riesco a cancellare dalla mia mente l’immagine degli occhioni scuri e dolci di Dayana.

E penso.. che una madre certe cose non dovrebbe mai saperle, per cui, se potete, non ditegliele.

Non ditele che se non vedrà più la sua bambina è perché un uomo gradasso e incosciente, nel suo essere tanto piccolo voleva farsi grande, dimostrando di saper fare le cazzate e di saperle fare bene. Purtroppo, però, poi l’ha fatta male. Troppo male. Esageratamente male.

Non fatele sapere che se non sentirà più il calore delle sue manine premute sul viso o l’odore del suo respiro addormentato, a sera, quando andava a rimboccarle le coperte è perché qualcuno, forse più di uno, anziché dire subito le cose come stavano, ha pensato solo a come mettere in salvo la propria pelle.

Quella madre non dovrebbe saperle le vere ragioni, le porcherie, i dettagli di questa brutta storia e non dovrebbe poterla immaginare la paura negli occhi di malachite vivace della sua piccolina.. né il freddo che deve aver provato fuori avendo indosso solo il vestitino leggero della festa, e neppure il giubbotto salvagente, perché non ce n’erano abbastanza.. né la presa energica dei suoi pugnetti stretti al suo papà, che lei credeva tanto forte da difenderla da ogni pericolo e che invece deve aver lottato per lei, con lei, fino alla fine, ma senza successo.

Non fateglielo sapere se era ubriaco o no, drogato o no, psicolabile o no, colui che aveva nelle sue mani la responsabilità di molte vite, troppe, compresa quella della sua bambina, e che oggi ha il coraggio di chiedere al giudice in cosa mai abbia sbagliato nello stesso frangente in cui l’ultimo alito di fiato, soffocato e sofferto, rendeva quella sua creatura un angelo, che solo le sue nuove ali hanno potuto strappare alle indifferenti ed impietose onde del gelido mare.

Raccontatele che l’hanno vista, divertita e allegra come non lo era mai stata fino ad allora, andare via a cavallo di energici delfini, che cantando e danzando l’hanno rapita alla paura ed al dolore, al freddo infinito ed al tormentato chiedersi ..perché proprio a lei, perché in un modo tanto atroce e così lontana dal calore buono delle braccia della sua mamma..

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