Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Nuove rivelazioni nello scandalo delle protesi mammarie difettose.
Il colosso tedesco di prodotti chimici Brenntag e la filiale francese di China National Bluestar Corporation, leader nella fabbricazione di silicone, ammettono di aver venduto gel industriale alla società francese Pip /pe-i-pe/, Poly Implants Prothesys. Pip, che aveva dichiarato l’utilizzo di un gel alimentare non omologato, ha venduto 400 mila protesi difettose in tutto il mondo. Il portavoce di Bluestar International:
“Abbiamo venduto, tramite i nostri distributori, prodotti della gamma Rhodorsil, che è una gamma destinata a utilizzo industriale, come la fabbricazione di pneumatici, gli anti-schiumogeni nell’industria petrolifera (durante l’estrazione), o il trattamento delle aque di scaricoâ€.
Il silicone industriale, 10 volte meno costoso di quello medico, ha la tendenza a rompersi. Ora resta da stabilire se estrarre le protesi difettose e chi pagherà . Una paziente:
“Non ci sono studi né a lungo né a breve termine su quello che può accaderci avendo un gel industriale nel nostro corpo. Credo che se la Sanità lo ha ritirato dal mercato, dovrebbe ritirarlo anche dal nostro corpoâ€.
Per il chirurgo spagnolo Jaume Serra, tutto il sistema è sbagliato:
“Vorrei che si sapesse che il sistema di vigilanza ha fallito. Ma ha fallito in Spagna perché non ci sono state denunce, come non ci sono state in Francia o in Inghilterra, perché i congressi dei chirurghi sono patrocinati dalle case commerciali e tu non vai a parlare male del tuo fabbricanteâ€.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è pronto a raccogliere denunce e segnalazioni al fine di tutelare i cittadini interessati da questo scandalo da ogni pregiudizio subito per ottenere il relativo risarcimento del danno e la rimozione delle protesi pericolose.