10 febbraio: ‘Giornata delle Foibe’. Napolitano: “Ricordare perché non accada più”
10 Febbraio 2012Furono 350mila gli italiani costretti all’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia, ma oggi si ricordano anche le vittime delle Foibe, il massacro degli italiani ad opera delle armate jugoslave di Tito. La giornata è dedicata al ricordo del martirio di almeno 10.000 italiani, avvenuto nella II guerra mondiale ad opera dei partigiani titini. La ricorrenza è stata sottolineata in un intervento  dal presidente Napolitano . “La visione europea ci permette di superare le derive nazionaliste – ha detto il Presidente – è in Europa che dobbiamo trovare nuovi stimoli facendo leva sulle minoranze che costituiscono un’opportunità e una ricchezza da tutelare” “Serve ricordare anche per ripensare a tutti i fatali errori al fine di non ripeterli mai più”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha parlato ai familiari delle vittime degli eccidi delle Foibe nella cerimonia al Quirinale in occasione del Giorno del Ricordo, istituito con una legge del marzo 2004. “E’ la sesta volta che lo celebro qui – ha detto Napolitano – e credo di poter dire che di anno in anno abbiamo sempre arricchito di nuovi punti di vista e di nuovi accenti la scelta della memoria e dell’omaggio che il Parlamento ha voluto sancire per legge.
Il presidente ha espresso il suo “sentimento di vicinanza e solidarietà personale e delle istituzioni repubblicane ai familiari delle vittime delle orrende stragi delle Fobie e ai rappresentanti delle associazioni che coltivano la memoria di quella tragedia e dell’esodo di intere popolazioni”.
Il Capo dello Stato ha insistito molto sulla necessità di “coltivare la memoria e ristabilire la verità storica”. Perché l’istituzione del Giorno del Ricordo ha contribuito a mettere fine a “ogni residua congiura del silenzio”, ha continuato Napolitano citando il proprio intervento della cerimonia dello scorso anno. “È la visione europea che ci permette di superare ogni tentazione di derive nazionalistiche, di far convivere etnie, lingue, culture e di guardare insieme con fiducia al futuro”. “È in Europa che dobbiamo trovare nuovi stimoli, facendo leva anche sulle minoranze che risiedono all’interno dei nostri Paesi – ha continuato il presidente della Repubblica nel corso della cerimonia al Quirinale e che costituiscono allo stesso tempo una ricchezza da tutelare un’opportunità da comprendere e cogliere fino in fondo”.
Nel suo discorso, Napolitano ha ricordato la necessità di un impegno contro le derive nazionalistiche in Europa, quale tributo per le nuove e le vecchie generazioni. “Lo dobbiamo – ha detto – tanto alle generazioni che hanno sofferto nel passato quanto alle nuove, cui siamo in grado di prospettare società più giuste e più solidali, capaci di autentica coesione perché nutrite di senso della storia, ricche di una intensa esperienza di riconciliazione e di un nuovo impegno di reciproco riconoscimento”.