La proposta è di quelle destinate a far discutere. AIDAA propone che le visite dei parenti ai carcerati, in quelle carceri dove esistono gli spazi di socializzazione dove i familiari possono incontrare senza barriere i detenuti siano allargate e che sia permesso anche al cane di casa (o all’animale domestico indicato dal carcerato) far visita al “suo amico umano†che si trova in carcere. In alcune carceri la presenza degli animali è assolutamente una realtà , basti pensare per esempio ai cavalli dell’associazione Salto Oltre il Muro presenti all’interno della struttura carceraria di Bollate. Molti detenuti inoltre accudiscono dei gatti, ma ci sono anche detenuti che nelle loro celle danno ospitalità a topini ed altri piccoli animali trattati come se fossero degli amici. C’è poi il precedente della proposta di costituire dei veri e propri canili in carcere che venne fatta da Pierluigi Concutelli alcuni anni fa. Esiste invece in diverse città il servizio di custodia dei cani del canile comunale che sono affidati a cooperative che hanno nel loro interno anche lavoratori carcerati e in semilibertà . “Dare la possibilità al carcerato di continuare a vedere durante le visite anche il proprio cane o il proprio gatto aiuta sicuramente la persona rinchiusa a mantenere il proprio equilibrio personale- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- ed è assolutamente oramai assoldato che dal rapporto continuativo tra uomo e animale ne traggono beneficio in particolare gli uomini. Oltre a vedere figli e mogli ed altri parenti- conclude Croce- noi proponiamo che anche il cane di casa o altro animale domestico sia ammesso all’interno delle mura carcerarie, a volte la presenza del cane di casa e una carezza data al proprio cane rappresenta un atto di amore che poi si ripercuote su tutto l’andamento della vita quotidiana del carcerato. Se può incontrare i parenti, credo sia giusta dare la possibilità al carcerato di incontrare il proprio animale domestico che di fatto è oramai parte della famigliaâ€.