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Cercavano un trafficante di droga e trovano un assassino

Era il 25 marzo scorso quando un venticinquenne albanese fredda a colpi di pistola alla tempia un suo connazionale, della stessa età, in un bar di Aprilia in provincia di Latina.
Dopo l’esecuzione l’albanese faceva perdere le proprie tracce rifugiandosi all’estero senza fare più rientro in Italia.
L’Olanda, luogo prescelto per la latitanza, rappresentava per l’omicida un sicuro rifugio in ragione dei legami che con il tempo lo stesso aveva allacciato con suoi connazionali lì residenti.
Le speranze però del cittadino albanese, ricercato in ambito europeo, sono state deluse dall’attività investigativa avviata immediatamente dagli uomini della Squadra Mobile di Frosinone diretta dal Vice Questore Bianchi.
Le indagini, condotte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla DDA di Napoli, riguardano un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Proprio per questo motivo la stessa Autorità Giudiziaria partenopea aveva emesso un provvedimento restrittivo nei confronti del cittadino albanese arrestato ieri sera e di un suo connazionale sempre fermato dalla Squadra Mobile di Frosinone lo scorso 27 gennaio a Bari, mentre si stava imbarcando per l’Albania.
E’ da questa attività d’indagine che ha preso il via anche l’altra correlata all’omicidio avvenuto ad Aprilia, legato ad un regolamento di conti tra bande rivali che si contendevano la supremazia sul mercato della droga e dello sfruttamento della prostituzione, con propaggini anche sul territorio del frusinate.
Il cerchio si chiude e scattano le manette per il pericoloso latitante che ha macchiato di sangue il territorio laziale ed e responsabile, oltre che di omicidio, anche di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’uomo è stato bloccato direttamente sulla pista di atterraggio, al momento dello sbarco dall’aereo proveniente da Amsterdam. In un primo momento si è finto sorpreso tentando di sfruttare la falsa identità bulgara, sotto la quale viaggiava utilizzando un documento contraffatto.
Quando ha capito che gli investigatori di Frosinone, insieme ai colleghi della Polaria di Fiumicino, sapevano perfettamente chi fosse, ha tentato una disperata fuga tra i carrelli dell’aeroporto e, solo dopo essere stato immobilizzato, ha confessato la sua vera identità; per questo motivo dovrà rispondere anche del reato di possesso di documenti contraffatti validi per l’espatrio.
Sul capo del giovane albanese pendeva anche un ordine di cattura emesso dall’Autorità Giudiziaria di Perugia in quanto doveva scontare un residuo di pena definitiva per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

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