60 anni fa la tragedia di Cannavinelle
25 Marzo 2012Sono passati 60 anni dal 25 marzo del 1952. Ma Mignano Monte Lungo quel giorno così lontano nel tempo non l’ha dimenticato. E non hanno dimenticato neanche i sopravvisuti ed i parenti di chi, quel lontano 25 marzo, morì.
Travolti da un’esplosione accidentale di antonite mentre lavoravano in una galleria sotto il colle di Cannavinelle per la realizzazione di un’opera idroelettrica della Società Meridionale Elettricità 42 operai persero la vita.
Questa mattina a Mignano Monte Lungo sono state apposte due lapidi alla memoria: una poco distante dal luogo della tragedia, l’altra in Municipio.
Dopo la celebrazione della messa, nella sala consiliare, il sindaco di Mignano Monte Lungo Antonio Verdone nel suo discorso ha detto: “Cari cittadini siamo qui oggi per celebrare solennemente il sessantesimo anniversario della tragedia di Cannavinelle. Era il 25 marzo di 60 anni fa quando 42 lavoratori perirono a seguito di una violenta esplosione nella gelleria in costruzione nel cuore di Monte Cesima tra Cannavinelle e Rocca Pipirozzi. Quella che tutti ricordano come la tragedia di Cannavinelle è stato il duro prezzo pagato per lo sviluppo ed il riscatto delle popolazioni del sud d’Italia. Il progetto dell’infrastruttura prevedeva la perforazione di Monte Lungo partendo contemporaneamente da due versanti del monte per la realizzazione di un imponente acquedotto in termini tecnici definiti galleria di derivazione dell’Enel. Nel disastro provocato dalla defraglazione di una riserva di materiale esplosivo, l’antonite, adoperato per l’avanzamento dei lavori di scavo, trovarono la morte ben 42 lavoratori. La tragedia ebbe una grandissima eco in tutta Italia e gettò nella disgrazia intere famiglie. Il cantiere venne aperto nell’ottobre del ’49 e alla data della tragedia era stato portato quasi completamente a termine, mancavano pochi mesi”.
Toccanti anche le testimonianze dei sopravvissuti presenti: “Noi con i due cantieri uno alla finestra di Mignano e l’altro a Venafro quindi Venafro trovò la montagna vuota e rimase indietro. Si dovette superare le due sponde e noi da Mignano andammo avanti fino a quasi sei chilometri. Questo comportò dei disagi e si dovette creare una polveriera in galleria se si voleva lavorare secondo il programma fatto e ad un certo punto poi quello che è successo qua nessuno lo sa”.
Foto Alberto Ceccon
(nota per le redazioni – Per informazioni sul servizio fotografico e altro foto guardare qui e qui)
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giornata triste per un verso ma bella dal punto di vista organizzativo, tante cose sono state dette per l'occasione e non solo, ma tante verità restano ancora oscure sul quel traggico evento di lutto e dolore, verità che forse non verranno mai dette perchè nessuno ha interresse a dirle ora come non ebbero interesse a dirle 60 anni fa, come tante verità che non vengono dette sulle centinaia di morte bianche che ogni anno le croneche riportano alla ribalta. Oggi che i riflettori su cannavinelle si sono spenti fra un anno forse riparleremo di quella tragica sciagura e sulle tante morti che giornalmente falciano vittime sul lavoro, ognuno dirà obbiettivo zero morti, tutti diranno che faranno di tutto per fermare queste morti con belle parole e discorsi eccelsi, ma nel frattempo si continuerà a morire e le famiglie continueranno a piangere i propri cari.
Caro Claudio, parole sante, purtroppo le parole sono per i parlatori, i fatti per i lavoratori. Da quelle grandi disgrazie sono venute le Regole, oggi la Sicurezza e' un dato di fatto per le aziende serie, ma si continua a morire , continuiamo a vedere cantieri non a norma, impresari che ritengono la sicurezza troppo costosa, alcuni operai impavidi delle regole e forse poco inclini alla ragione. E poi come ben sai certe cose servono per riciclare, non sempre capitali sporchi ma talvolta anche Uomini……………….purtroppo si disdicono i contratti immagina le parole.