Sono state prima tramortite a colpi di padella in faccia, poi soffocate. L’esito dell’autopsia svolta ieri sui corpi della 62enne Maria Diviccaro e della 65enne Maria Strafile uccise il 15 marzo a Barletta e trovate morte nell’appartamento di via Brescia ha dato esiti raccapriccianti. Le ferite sui volti delle due donne sarebbero compatibili con un corpo piatto, proprio come una padella; mentre la Diviccaro sarebbe stata soffocata con un cuscinoi, la sua amica e badante è stata soffocata con una maglietta che le è stata infilata ijn bocca per toglierle il respiro. Al momeno non ci sono indagati. Il parente della Diviccaro sospettato per via dei continui litigi su proprietà ereditate ha un alibi di ferro. Si aspetta l’esito delle indagini di polizia scientifica. I carabinieri della compagnia di Barletta, infatti, comandate dal capitano Marco Vatore, anno ascoltato i vicini di casa e i parenti delle vittime ma le speranze sono riposte sui rilievi delle impronte digitali e sull’esame di una traccia organica che permetterebbe di arrivare al dna dell’assassino. Oggi, nella chiesa dei Monaci, a poche centinaia di metri dal luogo dell’assassinio, si sono svolti i funerali ad entrambe le donne. Ha partecipato una folla commossa che si è stretta al dolore dei familiari.
Ermanno Amedei