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Il messaggio di Pace all’Europa e al Mondo nel nome di San Benedetto

Mai come quest’anno il ritrovarci tutti nella Terra di Benedetto è di assoluto rilievo. L’Europa è percorsa da inquietudini, paure e lacerazioni che la crisi economica accentua e amplifica. Una crisi particolarmente profonda, come la punta di una massa di ghiaccio che affonda nelle acque intorbidite della nostra quotidianità. L’economia crolla anche a causa della crescente fragilità dei valori morali e spirituali che la sostengono, e che sostengono la vita dei cittadini. La qualità della vita dell’uomo non ha più valore, e di conseguenza ciò che da essa promana, ciò che essa produce, non ha valore. L’Europa è in crisi anche perché ha smarrito se stessa, la sua identità vetero e neotestamentaria, che l’ha plasmata intimamente, radicando ogni valore e ogni bene dell’uomo non su una piattaforma economica, ma sulla persona umana inviolabile, e sul fine di ogni scelta: Dio, ragione di tutto, senso della vita e meta dell’uomo.

Oggi come ieri. In un momento di grande buio e di profondo smarrimento, con l’Impero Romano che crollava, in una Europa alla ricerca di nuovi obiettivi di civiltà e di rinnovati valori spirituali, il cammino del vecchio continente veniva illuminato dalla presenza dei monaci che ispirandosi alla Regola di Benedetto, con impegno vigoroso e infaticabile, si adoperavano perché su questo nostro continente sorgesse l’alba di un nuovo giorno. Con la croce, il libro e l’aratro, i figli di San Benedetto tracciarono la strada per quell’Europa che gradualmente costruiva la propria identità proprio attorno ai valori di unità, di civiltà, di solidarietà.

Benedetto “messaggero di pace, artigiano di unità, maestro di civilizzazione” (Paolo VI), ci lascia in eredità l’invito pressante a non anteporre nulla all’amore di Cristo. Tutto è guadagnato mettendo Dio al primo posto e tutto rischia di essere perduto, quando si perde il senso di Dio.

La nostra Europa oggi ha bisogno attraverso la figura di Benedetto, di riscoprirsi comunità. Siamo tanti io, dispersi. Che vagano nell’Isola Europa come superstiti in mezzo ad un panorama di rovine. È un Noi quello di cui abbiamo bisogno. Sentirci parte di un tutto, di un insieme; costruttori di una società dal volto più umano e fraterno. Benedetto nel suo messaggio ci invita a vedere l’amore come dono per l’altro, che diventa radicale, intimo, completo solo se nell’altro, per dono, riconosco la presenza di Cristo.

È l’amore verso gli altri, l’eredità benedettina che abbiamo la responsabilità di custodire e tramandare ai giovani. Sono i giovani il futuro dell’Europa. Come Benedetto, così duro con se stesso, si rivolge ai suoi monaci come “un tenero padre”, “un medico delle anime”, rivolgiamoci anche noi ai nostri giovani incoraggiandoli a ricercare la giustizia, a coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, a non scoraggiarsi mai di fronte alle difficoltà. Insegniamo loro a dubitare delle scorciatoie.

Solo attraverso il sacrificio, la costanza e l’umiltà, si può apprezzare il valore positivo della vita. Il desiderio di spenderla al servizio del Bene. Mostriamo ai giovani che la pace va costruita prima nei cuori, perché solo il cuore dell’uomo è il luogo degli interventi di Dio.

Noi guide per i giovani ci affidiamo ancora una volta a Benedetto, perché ci sostenga nel cammino da lui iniziato, di educatori e tessitori infaticabili di pace.

La pace non ha rumori, ma suoni. Quando arriverà sentirai i suoni attraversare l’aria e avvertirai il silenzio che ti parlerà!

Peace doesn’t have noises but sounds. When will arrive will feel the sounds cross the air and will warn the silence that will speak to you!

+Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia
+Mauro Meacci Abate di Subiaco
+Pietro Vittorelli Abate di Montecassino

Foto Alberto Ceccon
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