Sono scomparsi migliaia di posti di lavoro; altrettanti rischiano di seguirli entro fine anno. Nessun settore sembra salvarsi. E’ in forte crisi l’auto, con lo stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano ,che oggi produce un quarto delle vetture rispetto a dieci anni fa. Forti perdite di posti di lavoro nell’indotto e nei servizi, in quanto l’industria è il settore da cui proviene la maggior domanda di essi. Di fronte a una simile realtà ed alla inettitudine dimostrata al riguardo dal governo e dalla politica locale (di qualsiasi orientamento), ci si aspettava che si aprisse una robusta discussione con sindacati, industriali, manager, esperti del settore, per individuare il modo di rilanciare rapidamente le industrie in crisi, e di svilupparne di nuove affinché assorbissero il maggior numero di disoccupati presenti e futuri. INVECE NO! Il governo apre un tavolo di discussione per decidere quali riforme introdurre sul mercato del lavoro al fine di renderlo più flessibile. Ed i sindacati CONFEDERALI, anziché ribattere che il problema primo e vitale è quello di creare lavoro, accettano di discutere sul come riformare le norme d’ingresso e di uscita da un mercato che intanto rischia una contrazione senza precedenti. Tutto questo ci sta portando ad una durissima recessione con milioni di disoccupati di lunga durata. Le imprese Cassinate non assumono perché non ricevono ordinativi. Davvero si può pensare che se gli facilitassero i licenziamenti individuali essi assumerebbero folle di lavoratori? Un altro argomento che occorre pur ripetere è che il proposito di far assumere come lavoratori dipendenti un buon numero di precari è decisamente apprezzabile. Ma se il contratto di breve durata che caratterizza le occupazioni atipiche si riproduce nell’area dei nuovi contratti perché questi implicano la possibilità di licenziare il nuovo assunto, anche senza giusta causa, per un periodo che addirittura supera di molto l’attuale durata media dei contratti atipici, la precarietà cambierà di pelle giuridica, ma resterà tal quale nella realtà . Le imprese Cassinate che in questi anni sono ricorse a migliaia di contratti di breve durata in forza della legge 30/2003, allo scopo precipuo di adattare la forza lavoro in carico all’andamento degli ordinativi, useranno il periodo di prova, di apprendistato o come si voglia chiamarlo, lungo addirittura tre anni e più, per perseguire il medesimo scopo. Duole dire che anche le proposte di un potenziamento degli ammortizzatori sociali, appare arretrato di fronte alla realtà della disoccupazione ed alle sue cause. Creare nuovi posti di lavoro nel Cassinate, in realtà non costerebbe molto di più, immaginazione politica ed economica aiutando. Siamo certi che gran parte dei Lavoratori disoccupati del Cassinate preferirebbero un lavoro stabile e remunerato intorno o poco sotto alla media salariale rispetto a sette od ottocento euro di sussidio percepito magari per anni, ma senza la possibilità di ritrovare un lavoro.
A.S.La COBAS CASSINO