Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
La notizia di oggi è una non notizia per chi segue quotidianamente gli effetti della crisi e per chi la vive, quella diffusa dall’Associazione Artigiani e Piccola Impresa (CGIA) di Mestre, secondo cui a causa della crisi economica dall’inizio del 2012 in Italia ci sono stati 23 suicidi di imprenditori.
Per quanto dichiarato da Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA con quello che appare un altolà al Governo da parte delle piccole imprese “Il meccanismo si sta spezzando, questi suicidi sono un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più. Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un sistema sordo ed insensibile che non riesce a cogliere la gravità della situazione”.
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore†di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Dirittiâ€, è ora di dire basta per non far passare la costante catena di suicidi e drammi che stanno avvenendo tra lavoratori, imprenditori, pensionati, e nelle loro famiglie, che si sentono schiacciati dalla situazione economica attuale, come semplici fatti di cronaca o come semplici numeri.
Il pensionato che vede una pensione ridotta ai minimi termini ed insufficiente per soddisfare i propri bisogni alimentari, l’imprenditore che sa di non potere più pagare i propri dipendenti ed imposte e tasse sempre più asfissianti, il lavoratore che perde il posto di lavoro, non rientrano per definizione nella pagina di cronaca, ma, purtroppo balzano sulle pagine dei giornali solo in conseguenza dei loro gesti estremi.
Sono un sintomo sociale, sono la cattiva coscienza di una cattiva politica, di un governo che sotto le mentite spoglie di essere venuto per salvare l’Italia e per farla crescere sembra favorire solo un sistema economico – finanziario fittizio ed i poteri forti di banche, assicuratori, multinazionali dell’energia e delle telecomunicazioni.
Per tali ragioni, lo Sportello dei Diritti propone che tutte le imprese sensibili giovedì 19 alle ore 10.00 abbassino per un’ora le saracinesche in senso di rispetto e cordoglio per le morti e di protesta contro un governo che a parole risolve la crisi andando a pescare nelle tasche dei soliti noti e che sembra sempre più distante dalla tragica realtà di tutti i giorni.