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Cassino si dota del Registro delle Unioni Civili, Fonte (IdV): “Un contributo per stabilire equità sociale”

Sì del consiglio Comunale di Cassino, ieri sera, al Registro delle Unioni Civili. La proposta avanzata dal consigliere Igor Fonte (Idv) non è stata votata solamente dagli alleati di governo dell’Udc e dall’opposizione del Pdl. Cassino, quindi, è l’80esimo comune in Italia a dotarsi dello strumento, il quinto nella Regione Lazio, il primo nella provincia di Frosinone e secondo il suo promotore servirà a ristabilire una equità sociale che ad oggi viene meno. Nell’intervento illustrativo della proposta al Consiglio Comunale, Fonte ha detto:
“Su questo registro delle unioni civili si sono dette molte cose, sicuramente tante, forse anche troppe.

E’ stato definito e considerato in decine di modi diversi, a volte in maniera puntuale, a volte in maniera infedele (nel senso che se ne e’ parlato senza nemmeno sapere di cosa si stesse parlando) e, purtroppo, a volte anche in maniera volgare.
Innanzitutto ci tengo a fare 2 premesse:
La prima è che la volontà di istituire tale registro a
Cassino non rappresenta né un capriccio personale, né una provocazione politica verso questo o quel soggetto politico; bensì una chiara e dovuta risposta all’ appello delle maggiori associazioni, nazionali ed internazionali, che si occupano di tutela dei diritti civili, le quali hanno chiesto agli amministratori comunali interessati, di attivarsi affinché venissero istituiti “registri delle unioni civili” presso le proprie città, così da dare un segnale ed un forte impulso al legislatore nazionale, che ancora non prevede una normativa ad hoc per le unioni civili. Voglio ricordare che l’ Italia è l’ unico paese in Europa (con la Grecia) ad avere questa imbarazzante lacuna nel proprio ordinamento giuridico;
La seconda è che indipendentemente dall’ esito della votazione finale del consiglio, che spero sinceramente favorevole, ho raggiunto comunque un importante obbiettivo: a Cassino si è acceso un forte ed animato dibattito sul tema dei diritti civili e non solo, con mia grande sorpresa, ho ricevuto forte sostegno nel portare avanti questa battaglia anche da chi ha idee politiche del tutto differenti dalle mie.
Cos’é questo registro delle unioni civili? L’ art. 1 del regolamento lo spiega bene: unione civile è il rapporto tra due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che non siano legate tra loro da vincoli giuridici. Ciò a chiarire che questo regolamento non é solamente indirizzato alle coppie omosessuali ma anche a quelle eterosessuali. Nel punto 5 dell’ art. 1 ,si stabilisce che nell’ ambito delle proprie competenze, poi , il Comune si impegna ad assicurare alle coppie unite civilmente l’ accesso ai procedimenti, benefici e opportunità amministrative di varia natura, alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate e assimilate.
Alle medesime condizioni riconosciute dall’ ordinamento alle coppie sposate. Qui si tratta di garantire il principio di eguaglianza in materia di diritti civili a quelle coppie che non possono sposarsi: omosessuali, rom; o che non vogliono sposarsi come ad esempio: giovani in difficoltà economica, conviventi senza lavoro,persone divorziate o vedove.
Tutte queste categorie di cittadini sono a tutti gli effetti innanzi alla legge cittadini di serie b!!! Non hanno diritto all’ eredità; non possono entrare in ospedale se la persona che amano è in fin di vita; non hanno diritto alla concessione di un mutuo; pagano il doppio canone rai; sono considerati praticamente dei fantasmi.
L’ art. 2 del regolamento delle unioni civili pone una tutela a favore di coloro che decideranno di iscriversi, per tutelarne la privacy e la dignità da eventuali abusi o razziali discriminazioni, prevedendo che “la comunicazione dei dati contenuti nel registro e’ consentita unicamente agli interessati ed agli organi della Pubblica amministrazione per lo svolgimento dei procedimenti di propria competenza.
Sia ben chiaro, siamo onesti intellettualmente, qui nessuno vuole attentare all’ istituto del matrimonio, nessuno vuole attentare alla famiglia tradizionalmente intesa di cui non si può negare il valore e l’ importanza. Si sta semplicemente tentando di garantire parità di condizione e di trattamento a due persone che si amano ma che non vogliono o non possono sposarsi.
Tale esigenza non solo e’ avvertita e richiesta dalla società civile ma in tal senso, oltre all’ Europa che si e’ cosi espressa: “gli stati membri devono garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso paritari diritti rispetto alle famiglie tradizionali (raccomandazione del 16/03/00 e risoluzione 4/9/03, a cui e’ seguito un ufficiale richiamo con ammenda di poche settimane fa’indirizzata all’ Italia)”.
Con sentenza n.138/2010 la corte costituzionale,chiamata a pronunciarsi sulla necessità di decretare una normativa che regolasse le unioni di fatto, si è espressa in tal senso, e partendo dall’ art.2 della costituzione, che recita: la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, ha disposto così : “Per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a formare il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia.
Da ultimo, anche la suprema corte di cassazione, precisamente il 13/02/12 si è pronunciata prevedendo per le coppie di fatto (sia etero che omosessuali)” il diritto di essere famiglia”.
Possiamo affermare che anche la giustizia italiana si è conformata alla realtà e allo stato attuale delle cose: ogni anno in Italia vi sono, in percentuale, il 15% di coppie di fatto in più (più di un milione di persone); le famiglie tradizionali sono 215.000, la metà rispetto a 20 anni fa. Rilevamenti Istat e Censis.
Il legislatore nazionale ancora no.
Sono cosciente del fatto che effettivamente la creazione di un nuovo status personale non può che spettare al legislatore statale ma ciò nonostante deve riconoscersi al comune, nell’ ambito del ruolo rivestito per il perseguimento dei compiti afferenti alla comunità locale, giusta quanto stabilito dal d.l. vo 267/2000, la possibilità di istituire uno o più registri per fini diversi ed ulteriori rispetto a quelli dell’ anagrafe, organizzati secondo dati ed elementi obbligatoriamente contenuti nei pubblici registri anagrafici.
L’ art. 5 del regolamento va ad individuare in concreto gli effetti che tale registro, se approvato, produrrà nei confronti dei cittadini, che decidessero di iscrivervisi : “la disciplina comunale delle unioni civili ha esclusivamente rilevanza amministrativa, le aree tematiche entro le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari, sono:
Casa; sanità e servizi sociali; trasporti; formazione, scuola e servizi educativi; diritti e partecipazione; sport e tempo libero; giovani, genitori e anziani.
La concretezza e l’ importanza di questo registro fanno capire quanto lo stesso possa rappresentare una misura concreta per una prima tutela e per una netta presa di posizione del comune di cassino nella direzione della tutela dei diritti civili e del rispetto dell’ essere umano, così come pure sancito negli art. 3 e 4 dello statuto comunale. Pertanto inviterei i detrattori di questo registro dall’ astenersi dal fare demagogia su di un discorso tanto importante.
Concludendo voglio evidenziare il fatto di come il presente provvedimento non costituisca uno strumento ideologico. In Italia esistono 82 registri delle unioni civili adottati da amministrazioni di destra, di centro e di sinistra. Non solo De Magistris e Pisapia ma anche il cardinal Martini e la Ppe (destra europea) si sono mostrati favorevoli all’ adozione di tali strumenti per tutelare le coppie di fatto.
Rendiamo cassino veramente una città di respiro internazionale, con i fatti e non solo in campagna elettorale, sincronizziamo l’ orologio all’anno 2012 e rendiamo fieri i cittadini di cassino, rendendo la nostra città: l’ ottantatreesimo comune d’ Italia, la quinta città del Lazio, la prima della provincia di Frosinone ad adottare il registro delle unioni civili”.
Er. Amedei

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