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Costa Concordia, in attesa del Dna dei cinque corpi recuperati

Dopo una prima fase di mappatura dell’area intorno alla Nave Costa Concordia, grazie alle favorevoli condizioni meteo-marine, sono iniziate oggi le attività operative, previste dalla fase di “caretaking”, di pulizia del fondale da materiali e oggetti usciti dalla nave. Nella giornata odierna, i tecnici delle società Smit Salvage e Neri hanno prelevato una prima parte dei materiali che, in attesa di raggiungere il porto di Talamone per il successivo trasferimento al sito di stoccaggio temporaneo, sono stati caricati all’interno del motopontone Marzocco. Le attività proseguiranno, compatibilmente con le condizioni meteo, anche nei prossimi giorni.
In attesa degli esiti dei test del DNA sui cinque corpi recuperati il 26 marzo, previsti per la prossima settimana, la Guardia Costiera ha approfondito l’ispezione degli interstizi tra roccia e scafo non raggiunti con il mini ROV, con telecamera ad alta definizione con esiti al momento negativi.
Nel corso della giornata, come avviene quotidianamente, il personale della Capitaneria di Porto ha verificato il corretto posizionamento delle panne antinquinamento e di quelle assorbenti.
È proseguita, inoltre, l’ordinaria attività di vigilanza e assistenza in mare, condotta dalle unità navali dalle forze dell’ordine nello specchio d’acqua circostante la Costa Concordia. Il personale subacqueo della Capitaneria di Porto e della Polizia di Stato ha monitorato i marker posizionati a poppa e a prua dello scafo, utili a registrare i movimenti della nave.
Non risultano anomalie da segnalare né nei movimenti della Costa Concordia monitorati dagli esperti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, né nei rilevamenti ambientali assicurati da Ispra e Arpat.

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