Sono duecentomila, secondo l’Aidaa, ogni anno i cincillà ed i visoni uccisi in Italia il cui pelo viene usato per fare pellicce, la strage si svolge in una decina di allevamenti che sono ufficialmente presenti in Italia. “Se poi guardiamo al dato europeo – dichiara Lorenzo Croce Presidente dell’associazione animalista – vediamo che gli allevamenti sono 7200 e che uccidono il 60% dei 70 milioni di visoni e cincillà che ogni anno vengono uccisi nel mondo. La morte che viene data in diversi modi tra cui asfissia e tramite scosse elettriche (per i cincillà si procede anche alla rottura manuale del collo) si concentra nei mesi di dicembre e gennaio quando “il pelo invernale giunge a maturità â€. Il pelo di visone considerato di maggiore pregio viene utilizzato prevalentemente per pellicce e cappelli, mentre il pelo del cincillà (che trova la morte tra i sei e gli otto mesi di vita) viene utilizzato per gli interni di cappotti, giubbotti, guanti e quant’altro. Nel caso dei cincillà occorre ricordare anche che per realizzare una pelliccia occorre uccidere 400 animali. Noi di AIDAA ritieniamo che sia necessaria da subito una legge per vietare in Italia ed in Europa per vietare l’allevamento di cincillà e visoni ed ha avviato due iniziative. Nei prossimi giorni sarà inviata una petizione alla commissione Europea per chiedere che si intraprendano le azioni per vietare l’allevamento intensivo di questi animali destinati al mercato della pellicceria, ed allo stesso tempo chiederà una legge nazionale per vietare da subito in Italia questo tipo di allevamento e il divieto di lavorazione delle pelli destinate al mercato della pelliccia”.