Frode all’iva per 3 milioni di euro nel commercio di detersivi, 4 persone agli arresti domiciliari
2 Aprile 2012rode all’iva per 3 milioni di euro – eseguite quattro misure cautelari personali.Questa mattina, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito quattro misure cautelari emesse nei confronti di imprenditori campani e lombardi operanti nel settore del commercio di detersivi.
Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari C.G., di anni 43, residente a Casoria (NA), Z.C., di anni 44, residente a Napoli, P.G., di anni 78, residente a Paderno Dugnano (MI) nonché C.G., di anni 75, residente a Iseo (BS), quest’ultimo colpito dal divieto temporaneo di esercitare l’ufficio direttivo di persone giuridiche od imprese per avere realizzato una frode all’IVA di oltre tre milioni di euro, mediante l’emissione e l’uso di fatture per operazioni inesistenti per oltre 15 milioni di euro.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha avuto origine dalla verifica fiscale nei confronti di una società di Sant’Arpino (CE), operante nel settore del commercio all’ingrosso di saponi e detersivi, precedentemente individuata mediante apposita analisi di rischio. Le indagini si sono poi sviluppate mediante intercettazioni telefoniche ed estesi accertamenti bancari.
E’ stata scoperta l’articolata frode realizzata mediante l’uso di “società inesistenti†in Romania e Grecia – vere e proprie “scatole vuote†prive di mezzi, di personale e di attrezzature – destinatarie solo documentalmente delle forniture di merci italiane ma di fatto gestite dagli stessi organizzatori del sistema truffaldino tramite c.d. “teste di legnoâ€.
Il sistema di frode consisteva nella preliminare creazione di società estere fittizie e di altrettante imprese italiane con la stessa denominazione; successivamente, venivano fatti ingenti ordinativi di merci a conniventi operatori economici del nord Italia, che emettevano le relative fatture alle false società estere senza applicazione dell’IVA, ma la merce rimaneva sul territorio nazionale, per essere consegnata a grossisti italiani. I pagamenti delle merci acquistate in nero avvenivano in contanti per non lasciare traccia delle operazioni commerciali. I prodotti venivano, poi, distribuiti ai rivenditori al dettaglio, creando un vero e proprio sistema di mercato parallelo, integralmente sommerso.
In tal modo, l’organizzazione riusciva a garantirsi l’acquisto all’ingrosso di prodotti a prezzi sensibilmente inferiori ai valori di mercato, poiché non gravati da IVA in quanto relativi a cessioni di beni non imponibili.
L’operazione di servizio svolta costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dal Corpo sul territorio nazionale nel contrasto all’evasione fiscale.