La piazzola per l’eliambulanza del S. Camillo, sede di uno dei dipartimenti d’emergenza piu avanzati del sistema sanitario del Lazio è chiusa. Di fatto non funziona dallo scorso 14 dicembre. Riaperta per un breve periodo è di nuovo off-limits. In compenso funziona quella del Cto, ospedale picconato dai decreti Polverini e senza pronto soccorso. Un paradosso che fotografa con estrema nitidezza la sfascio in cui versa il sistema d’emergenza regionale. Nessuno dei grandi ospedali regionali al centro di Roma ha l’area per le eliambulanze. Il piazzale davanti al S. Giovanni che per anni è stato utilizzato come base , è stata interdetto per motivi di sicurezza, il S. Eugenio centro di riferimento per tutto il centrosud italia per i grandi ustionati, ne è sprovvisto. Il Policlinico Umberto I per l’atterraggio delle eliambulanze utilizza l’area della caserma adiacente Di fatto nell’’area centrale di Roma e soprattutto negli ospedali piu importanti quelli dove vengono garantiti gli interventi di maggiore complessità , si arriva solo via terra, dopo trasbordi da un ospedale all’altro nel traffico della Capitale. All’Ares manca il personale ma la Regione blocca i trasferimenti degli operatori che lavoravano negli undici pronto soccorso chiusi. Intanto da circa un mese l’assessorato regionale tiene nel cassetto la nuova convenzione con la Croce Rossa italiana che, però, da quanto sembra , già dai prossimi giorni diverrà operativa. Credo non sia piu rinviabile aprire una grande vertenza cittadina e regionale sul sistema d’emergenza regionale Dopo due anni di cura Polverini è in ginocchio. Ridotto al fantasma di quello che era solo 24 mesi fa. Ormai piu che interventi di soccorso l’Ares a Roma e nel Lazio è ridotta a fare semplici servizi di trasporto.