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Il fumo del tabacco inquina più di un’auto, dati choc dell’Istituto Tumori di Milano

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Le conferme arrivano da una ricerca svolta dall’Istituto dei Tumori di Milano che ha voluto effettuare un esperimento scientifico nel tentativo di sensibilizzare i tabagisti: il fumo di tabacco è considerato la fonte più rilevante di inquinamento degli spazi confinati, sia per l’entità e la tossicità dei suoi componenti, sia per il numero delle persone esposte. Fumare in auto equivale a produrre polveri sottili (Pm 2,5) in concentrazioni trenta volte superiore ai limiti di legge. Pochi avrebbero immaginato che una sigaretta accesa produca concentrazioni di polveri sottili di oltre 400 microgrammi per metrocubo, che la quantità di carbonio organico in un’area aperta in cui si fuma superi di 40 volte la media rilevata a pochi metri di distanza e che il fumo passivo costituisca una delle maggiori fonti di “intossicazione” per i nostri polmoni. Molto più che lo smog da auto perché il fumo di tabacco è costituito di due componenti principali: la parte inalata e filtrata dai polmoni del fumatore (mainstream) e quella direttamente legata alla combustione del tabacco e della carta (sidestream, in cui si riscontrano soprattutto NO2, CO, nicotina, benzopirene, metilgliossale, formaldeide, acetaldeide, acroleina, e una notevole dose di particolato). Anche se il principale ingrediente nelle sigarette sembra essere tabacco naturale , un certo numero di sostanze chimiche naturali e sintetiche sono aggiunti alle sigarette per renderli più attraenti per i fumatori.

Secondo i chimici al R. J. Reynolds Tobacco Co., le sigarette contengono più di 4.000 sostanze chimiche, quasi quattro dozzina dei quali sono noti cancerogeni. La miscela è estremamente complessa e contiene gas, composti organici e particelle: vi sono stati individuati più di 200 composti elementari, molti dei quali irritanti, tossici, cancerogeni o mutageni. Fra le sostanze chimiche più diffuse nelle sigarette sono nicotina , formaldeide , ammoniaca , arsenico, catrame, fenilacetico acido, monossido di carbonio, anidride carbonica, propano, acroleina, acido cianidrico, metilgliossale, acetaldeide,propanaldeide, acetonitrile,anilina,piridina, nitrosodimetilammina, nitroso-nor-nicotina, nitrosoanatabina, toluolo, benzopirene, chinolina, cadmio, nichel e zinco. Il fumo negli ambienti confinati aumenta sensibilmente la concentrazione di monossido di carbonio, idrocarburi aromatici policiclici, ossidi di azoto, particolato sospeso respirabile e di numerose altre sostanze tossiche.

La caratteristica una straordinaria persistenza nell’ambiente: per essere disperso deve essere ventilato a lungo ed energicamente, altrimenti resta in sospensione per molti giorni. I dati scientifici sono stati ottenuti posizionando all’esterno dell’Istituto dei Tumori di Milano una piccola cabina di plastica trasparente. In essa era presente un rilevatore di inquinamento, il misuratore di polveri sottili, che serve a misurare il grado di inquinamento di una città. All’interno della cabina è stata fatta entrare un Harley Davidson, modello 883, uno dei motocicli più inquinanti al mondo. Tenendo premuto sull’acceleratore, si è fatto espellere quanto più gas di scarico possibile alla moto che veniva rilevato dai sensori. L’aria di Milano, che si sa è inquinata, contiene una quantità di PM10 di 170,000 micron. Dopo due minuti di accelerazione della moto, i sensori captavano un aumento fino a 250,000 micron. Spenta la moto e fatta arieggiare la cabina, è entrata una ragazza che ha acceso una sigaretta e l’ha fumata per due minuti. L’aria nella cabina era tre volte più irrespirabile. Il livello rilevato dai sensori è stato di 700,000 micron, ma solo perché essi non sono programmati per andare oltre.

Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ciò vuol dire, da un lato, che il fumo inquina più dello smog e, dall’altro, che il fumo passivo costituisce un pericolo non solo nei luoghi chiusi, ma anche in quelli aperti. Da qui la necessità di realizzare spazi verdi rigorosamente no-smoking nelle città vietando il fumo anche in spiaggia. Infatti le sigarette spente in spiaggia e lasciate sulla sabbia sono un malcostume intollerabile e scandaloso. Una fonte di inquinamento ambientale ed estetico che va duramente combattuto.

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