L’Europa spalle al muro, o dentro o (meglio) fuori. Germania e Francia soli nella nuova Ue
15 Maggio 2012di Max Latempa
L’Euro finirà il 31 maggio prossimo. Per questa data è infatti previsto in Irlanda il referendum popolare sulla ratifica del Fiscal Compact, il Patto di bilancio europeo che fissa norme e limiti ai budget fiscali e che obbliga le nazioni aderenti all’Euro al raggiungimento del pareggio di bilancio per norma costituzionale.
Con ogni probabilità gli irlandesi voteranno contro (secondo gli ultimi sondaggi) e metteranno così in crisi il sistema voluto dalla cancelliera tedesca Merkel per governare l’ Europa.
Il voto irlandese segue quello tenutosi in queste settimane in Grecia per le politiche ed in Francia per le presidenziali. In entrambi i casi hanno perso coloro che hanno portato avanti la bandiera dell’ Euro. Domenica scorsa la batosta elettorale ha riguardato anche la stessa Merkel in persona, con la CDU, il suo partito, sconfitta nelle elezioni nel lander Renania – Westfalia, un’ area due volte più popolosa della sola Grecia.
E dopo, cosa succederà ?
Le ipotesi sono due.
La prima prevede la fine dell’ egemonia della Germania sulle decisioni unilaterali in tema di politiche monetarie e la presa di potere di Francia, Italia e Spagna sulla necessità di emettere gli eurobond, i titoli europei garantiti in solido da tutti i paesi partecipanti all’Euro. La Merkel dovrebbe cedere alle richieste dei partners e coinvolgere direttamente la Germania nel debito dei singoli stati, secondo il seguente principio: essendoci una moneta comune ci devono essere anche debiti in comune. Non potendo questo principio valere per il pregresso, esso verrebbe applicato solo sui futuri eurobond. La massa di denaro che si verrebbe a creare servirebbe agli stati beneficiari per intraprendere finalmente quelle politiche di rilancio dell’economia e che rimetterebbero in moto il motore delle aziende in crisi di liquidità . Ma la Germania difficilmente cederà perché non accetterà mai di impegnarsi in solido con nazioni che fino ad oggi hanno mostrato di avere le mani bucate. Questione di classe politica inefficiente ed impreparata. I tedeschi sanno con chi hanno a che fare.
Lo stesso Hollande, neo presidente francese, viene visto in giro per l’Europa come l’ ennesimo rappresentante della sinistra buona solo a creare posti statali.
Allora si fa largo la seconda e più probabile delle ipotesi: l’ uscita in massa di Italia, Spagna, Grecia, Portogallo ed Irlanda dall’ Euro, con il ritorno alle rispettive monete del secolo scorso. La Francia diverrebbe la parente povera della Germania ma forse è quello che ancora gli conviene. La proverbiale grandeur li farà vivere ancora per qualche anno nell’illusione di contare qualcosa, poi Berlino se li mangerà .
Per l’ Italia, nella peggiore delle ipotesi, l’ uscita dalla moneta unica potrebbe significare una svalutazione secca della nuova Lira tra il 20 ed il 30% rispetto ad un Euro che, comunque, in queste settimane ha già perso terreno nei confronti del dollaro. Ma potrebbe anche andare meglio del previsto, perché la stessa svalutazione rappresenterebbe quella vera benzina da mettere nel motore delle imprese per tornare ad esportare massicciamente e, nello stesso tempo, per mettere un freno alle importazioni dalla Cina.
La Germania dovrà dire addio ad una fetta di mercato ampia 130-150 milioni di persone, perché l’ Euro ancora più forte, libero dalle zavorre mediterranee, renderebbe meno competitivi i suoi prodotti in quest’area. Ma i tedeschi hanno il vantaggio di poter far girare al massimo gli investimenti fatti in questi anni in Cina. Volkswagen è già il primo marchio straniero in estremo oriente. Altrimenti perché avrebbero permesso fino ad oggi al Dragone di avere mano libera in Europa, facendoci invadere con prodotti a basso costo e danneggiando principalmente le aziende italiane con una concorrenza sleale che non avrebbe altrimenti una giustificazione logica?
Allora, caro amico Fritz, Aufwiedersehen.
Uscire dall’Europa e tornare alla lira è sicuramente una delle mosse che potrebbe salvare l’Italia dal baratro e dall'”estinzione”. Ma poi? Come la mettiamo con la nostra classe politica:impreparata, arraffona e corrotta? E con la popolazione che presenta una evidente carenza di coscienza politica, storica ed economica? Usciti dall’Europa bisogna rifondare l’Italia, che dal secondo dopoguerra in poi ha persoo la sua identità vivendo sempre di luce riflessa (quella americana) assimilando modelli di vita e di pensiero esotici. Ma l’erba del vicino è davvero sempre più verde? Si se facciamo appassire la nostra!!!
Gentile MAX LATEMPA, Lei afferma cose parzialmente condivisibili, specie sulla Cina, ma la premessa è sbagliata:
Il Fiscal Compact verrà approvato a maggioranza (sarà sufficiente che vi aderiscano solo 12 Paesi).
Inoltre se anche uscissimo dall’Eurozona e svalutassimo (meglio sarebbe dire deprezzassimo) non tenendo conto che oggi il conto delle materie prime (quello da cui ci protegge l’Euro) è molto più salato che ad esempio 15 anni fa, un altro punto debole dell’Italia che con l’Euro nulla ha a che vedere, è il cuneo fiscale.
Quindi ancora, la questione della la spesa per l’innovazione:
Deprezzare avrebbe un effetto su alcuni aspetti della produttività a breve/medio termine, ma quando la Germania, che investe in essa più volte che quello che investe l’Italia, ci avrà nuovamente raggiunto cosa faremo?
Svaluteremo di nuovo? E poi ancora di nuovo?
Il tutto, naturalmente, ammesso che in futuro ci sarà ancora spazio per chi come la Cina ed eventualmente l’Italia pensassero di continuare su quella strada, cosa di cui dubito (si vada a leggere come la pensa a riguardo Romney).
Gentile franco epifanio, alla luce delle troppe volte che i politici ci hanno fregato, sono anch’io della partita di chi non ha più alcuna fiducia in Loro e dico questo anche perché il Berlusca, ammesso che sia da ritenersi personalmente affidabile, non è stato tradito solo da Fini ma anche da molti dei suoi di vecchia data quali Pisanu, Scaiola ed i membri delle rispettive correnti per non parlare poi di quegli otto che lo hanno mollato all’ultimo momento.
Ora episodi del genere non sono propri solo dell’Italia ma altrove come ad esempio in UK, quando un gregario anche importante tradisce il Primo Ministro , vedasi John Major o Gordon Brown, questi avrà politicamente vita più o meno breve.
Da noi, invece, l’elettorato dimentica in fretta e se dopo le prossime elezioni potremmo, finalmente, non avere più per i piedi i Fini o gli altri “traditori†non sarà perché hanno tradito il capo ma sol perché hanno appoggiato e stanno appoggiando il tassaiolo MM.
Distinti Saluti,
@grazie a Latempa
diamo Tempo al Tempo… Caro LaTempa.
Vedremo
Gentile MAX LATEMPA, Lei afferma cose parzialmente condivisibili, specie sulla Cina, ma la premessa è sbagliata:
Il Fiscal Compact verrà approvato a maggioranza (sarà sufficiente che vi aderiscano solo 12 Paesi).
Inoltre se anche uscissimo dall’Eurozona e svalutassimo (meglio sarebbe dire deprezzassimo) non tenendo conto che oggi il conto delle materie prime (quello da cui ci protegge l’Euro) è molto più salato che ad esempio 15 anni fa, un altro punto debole dell’Italia che con l’Euro nulla ha a che vedere, è il cuneo fiscale.
Quindi ancora, la questione della la spesa per l’innovazione:
Deprezzare avrebbe un effetto su alcuni aspetti della produttività a breve/medio termine, ma quando la Germania, che investe in essa più volte che quello che investe l’Italia, ci avrà nuovamente raggiunto cosa faremo?
Svaluteremo di nuovo? E poi ancora di nuovo?
Il tutto, naturalmente, ammesso che in futuro ci sarà ancora spazio per chi come la Cina ed eventualmente l’Italia pensassero di continuare su quella strada, cosa di cui dubito (si vada a leggere come la pensa a riguardo Romney).
Gentile franco epifanio, alla luce delle troppe volte che i politici ci hanno fregato, sono anch’io della partita di chi non ha più alcuna fiducia in Loro e dico questo anche perché il Berlusca, ammesso che sia da ritenersi personalmente affidabile, non è stato tradito solo da Fini ma anche da molti dei suoi di vecchia data quali Pisanu, Scaiola ed i membri delle rispettive correnti per non parlare poi di quegli otto che lo hanno mollato all’ultimo momento.
Ora episodi del genere non sono propri solo dell’Italia ma altrove come ad esempio in UK, quando un gregario anche importante tradisce il Primo Ministro , vedasi John Major o Gordon Brown, questi avrà politicamente vita più o meno breve.
Da noi, invece, l’elettorato dimentica in fretta e se dopo le prossime elezioni potremmo, finalmente, non avere più per i piedi i Fini o gli altri “traditori†non sarà perché hanno tradito il capo ma sol perché hanno appoggiato e stanno appoggiando il tassaiolo MM.
Il nostro destino sarà probabilmente simile a quello Greco.
La mia proposta è semplice e risolutiva di tutti i problemi di ingovernabilità .
Ingovernabilità dovuta alle note vicende partitiche basate su governi di coalizione.
Io scrissi di fare una legge elettorale dove IL PARTITO che otterrebbe UN VOTO in più rispetto al secondo venisse premiato con un premio di maggioranza assoluta in Parlamento.
QUALSIASI partito.
Si avrebbe la garanzia di GOVERNABILITA’ per tutta la legislatura.
Dissi anche che se questo partito,destra o sinistra,avesse governato bene verrebbe certamente riconfermato dagli elettori,diversamente verrebbe mandato a casa.
Concludo dicendo che non vedo altre soluzioni.
Franco E.
P.S.
Io sono un elettore del PDL ma nello stesso tempo sono anche uno che non ne può più di governicchi che durano il tempo che trovano,con alleanze tenute assieme da uno sputo.
Finche’ si peggiora… c’e’ speranza di uscire da questa europa.
Non si capisce perche’ la Grecia la vogliano morta prima di uscire, solidarieta’ ai greci e noi a ruota fuori da questa m….