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Maxi evasione fiscale internazionale da 80 milioni di euro scoperta dalla Guardia di Finanza

La società sottoposta ad indagine fiscale dalla Guardia di Finanza di Frosinone aveva sede legale in Madeira, un’isola dell’Oceano Atlantico situata tra l’arcipelago delle Canarie e quello delle Azzorre, appartenente politicamente al Portogallo ma con lo status di Zona Franca (Free Trade Zone), quindi un “paradiso fiscale”.
Grazie agli accertamenti esperiti in collaborazione con le Autorità fiscali portoghesi, attivate dal Comando Generale della Guardia di Finanza – II Reparto, su richiesta della Tenenza di Sora, è emerso che tale società di lusitano aveva solo la parvenza, in quanto aveva la sede effettiva a Sora, presso la residenza del suo titolare. Da qui l’amministratore della società aveva svolto una proficua e redditizia attività di intermediario nella compravendita di autovetture, anche di lusso, negli anni dal 2003 al 2009, interponendosi nelle operazioni di import – export che gli venivano commissionate da numerosi concessionari e autosaloni ciociari.

A questo punto la Tenenza di Sora, preso atto degli sviluppi delle indagini svolte all’estero, ha avviato numerosi accertamenti presso clienti e fornitori nazionali dell’intermediario sorano, facendo ricorso anche ad indagini bancarie, individuando un’evasione fiscale composta da ricavi non dichiarati per oltre €. 52.000.000, da violazioni all’I.V.A. per oltre 27.600.000 e da I.R.A.P. dovuta per circa € 2.200.000.

Il Fisco portoghese, attivato per il tramite del Comando Generale della Guardia di Finanza, ha compiuto i dovuti riscontri, pervenendo alla conclusione che il domicilio atlantico era fittizio e provvedendo alla cancellazione d’ufficio della società dai registri ufficiali di quel Paese.

Sulla base delle predette risultanze è stato accertato che l’attività veniva svolta sul territorio nazionale italiano dal contribuente sorano, il quale aveva costituito una società fittizia in un “paradiso fiscale”, alla quale aveva attribuito, altrettanto fittiziamente, tutti i risultati economici da egli conseguiti negli ultimi anni. Pertanto, tali risultati dovevano essere sottoposti a tassazione dal fisco italiano, anche perché l’imprenditore sorano non ha mai assolto i relativi obblighi tributari né in Patria (presentazione dichiarazione dei redditi, istituzione di scritture e/o libri contabili, ecc.), né in territorio estero.
Oltre ai recuperi a tassazione di competenza dell’Agenzia delle Entrate, l’imprenditore è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino per il reato di omessa dichiarazione dei redditi, delitto previsto e punito dall’art. 5 del D.Lgs. 74/2000 e rischia la pena della reclusione da uno a tre anni.

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