Polo Oncologico di Sora, una eccellenza sanitaria in un deserto e per pochi
12 Maggio 2012Parole sacrosante, quelle pronunciate dal presidente del consiglio regionale del Lazio a proposito del polo oncologico di Sora, ma probabilmente (e per sua fortuna) pronunciate da chi non ha avuto bisogno, da persona comune, di assistenza sanitaria di tipo oncologico. Il centro di Sora è certamente una eccellenza costituita dalla professionalità di chi vi presta il servizio, dal punto di vista medico a quello infermieristico; resta però un piccolo pezzo di pane, anche se di buona qualità , in una folla di persone affamate. I malati di tumore, in provincia, sono tanti e i pochi posti letto che il “polo di eccellenza” ha a disposizione, non sono sufficienti neanche per supportare la metà delle richieste. A questo va aggiunto che una struttura sanitaria che viene identificata con l’eccellenza, non può non avere servizi sanitari di complemento. Basta una complicazione diversa da quella oncologica, in particolar modo se di notte, e il paziente deve essere trasferito in altre strutture sanitarie. Un esempio? I reni dei malati oncologici sono gli organi che maggiormente rischiano di essere intaccati. A Sora non c’è un reparto di urologia, e uno specialista da la reperibilità solo per alcune ore del giorno. Per cui, ai primi disagi urologici, il paziente, spesso costretto a indicibili sofferenze, deve essere trasferito al reparto di urologia di Frosinone, con il rischio concreto di perdere il tanto agognato posto letto nel “polo oncologico”. In tutto questo marasma, è difficile trovare aspetti positivi.
Ermanno Amedei