Andare a vela per curare la malattia psichiatrica, ad Ortona si sperimenta una nuova forma di riabilitazione
26 Giugno 2012Hanno già issato lo spinnaker, imparato a condurre in bolina e in poppa, a timonare la barca e, ovviamente, a fare i nodi del marinaio: sono i novelli velisti che partecipano al progetto «DIVERSAmente MARE», rivolto ai pazienti del Dipartimento Salute Mentale della Asl Lanciano Vasto Chieti. Tutto si svolge presso il Porto di Ortona, dove su un’imbarcazione a vela i partecipanti al corso imparano a vivere il mare secondo le regole e le dinamiche del gruppo. Ciò li aiuta a socializzare e ad aiutarsi tra loro, a prendere decisioni velocemente, a familiarizzare con la barca, a vivere le emozioni del mare. La vela si avvicina così alla terapia e dà un senso compiuto al concetto di integrazione.
L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra il Dipartimento Salute Mentale diretto da Nicola Carlesi, la cooperativa «La Rondine», il CSQ Sailing Team – che si occupa della didattica e fornisce imbarcazione e attrezzature – e la sezione di Ortona della Lega Navale Italiana, che mette a disposizione un gommone di appoggio e dà ausilio logistico per le attività .
Il progetto «DIVERSAmente MARE» è stato presentato presso il Porto di Ortona con una dimostrazione pratica delle abilità apprese durante il corso. Presenti, oltre a Carlesi, il responsabile del Centro diurno di Vasto, Giovanni Colonna, il vice presidente del CSQ Sailing Team, Carlo D’Orsogna Bucci, il rappresentante della sezione di Ortona della Lega Navale Italiana, Umberto Di Deo, il presidente della Cooperativa «La Rondine», Domenico Mattucci.
«In barca – spiegano gli organizzatori – si vivono emozioni, decisioni e senso di squadra in modo amplificato. Si è costretti ad aiutarsi in un ambiente grande come il mare, ma su un mezzo piccolo come la barca. I pazienti sono preparati ad avere come unico obiettivo la sintonia del gruppo per arrivare a un alto livello di cooperazione nelle scelte e nelle manovre. Vogliamo che l’attività in mare stimoli i soggetti a socializzare in modo da costruire un equipaggio affiatato e li spinga a governare la propria vita esattamente come fanno con la barca».
Il dottor Carlesi ha inoltre evidenziato l’importanza di riabilitare i malati psichici «anche alla gestione degli spazi liberi della vita privata, e non solo al lavoro, come avviene abitualmente».
Il Dipartimento di Salute Mentale della Asl, e la cooperativa «La Rondine» hanno selezionato e seguono i pazienti che partecipano al progetto, apportando man mano miglioramenti individuali alla terapia di ciascuno in base agli obiettivi fissati.