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Carabinieri morti, un rapporto incrinato e tante ipotesi per il movente del l’omicidio suicidio

Perché tanta violenza? Cosa può aver fatto scattare la molla della follia omicida tanto da far incamminare il luogotenete Angelo Simone (nella foto in basso), 52 anni, divorziato, padre di due figli, comandante della stazione carabinieri di Mignano Monte Lungo, sul sentiero del non ritorno? Sono domande che si pongono i cittadini di Mignano e i tanti commilitoni che hanno conosciuto i due sottufficiali.

Sarà difficile dare loro risposta esaustive. Quel che è rimasto nella caserma di via Piante a Mignano oggi, sono i corpi senza vita di due carabinieri, oltre a quello di Simone, anche quello del maresciallo vice comandante di stazione, Tommaso Mella (nella foto in basso), 40 anni di Cassino, sposato e padre di una bambina di 12 anni. Un terzo carabiniere, quello che era di piantone, è rimasto sotto shock per aver assistito all’agghiacciante scena dell’omicidio-suicidio.

Forse l’eccessiva calura ha reso incandescente un loro litigio, avranno pensato in tanti, considerando che i due, poco prima delle dieci erano tornati da un servizio di controllo; ma la risposta non convince. Neanche convince l’ipotesi del movente passionale che in prima battuta sembrava quello più credibile.
L’ambiente dei militare e quello investigativo (coordina le indagini la procura della Repubblica di Cassino) rimangono particolarmente abbottonati, perciò restano solo ipotesi e le ricostruzioni di un rapporto professionale che ormai, tra i due, si era incrinato da tempo. Il comandante che si era tra l’altro distinto qualche anno fa in una brillante operazione che portò all’arresto del boss dei Casalesi, Giuseppe Setola, sembra avesse chiesto un allontanamento del suo vice dalla caserma. Tra i due non correva certo buon sangue e non è da escludere che venisse meno anche il rispetto dovuto a un superire. Pare inoltre che ieri, in caserma sarebbe dovuta arrivare una ispezione e che si sarebbero dovute dare risposte in merito a fatti amministrativi. Una aspetto questo poco chiaro anche su quanto la visita ispettiva fosse dovuta ai rapporti di acredine tra i due. Resta il fatto che quei due colpi di pistola, quello che ha ucciso il maresciallo Mella e quello che ha ucciso il maresciallo Simone, continueranno ad echeggiare a lungo nelle orecchie dei mignanesi.

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