Quando i carabinieri, allertati dal personale scolastico, sono giunti sul posto hanno immediatamente realizzato che questa volta si era abbondantemente superata la soglia della normale “bravataâ€. Lo scenario era quello della scuola DE GIORGIO, un Istituto professionale ubicato in una zona piuttosto isolata di Lanciano perché la presenza di soggetti all’interno del plesso nel corso della notte potesse essere avvertita. Sulla vetrata d’accesso alla scuola, con vernice bianca spray, gli autori avevano riprodotto una copiosa ridondanza di disegni fallici frammisti a parole ingiuriose. Tra questi, poi, vi erano anche svastiche e stelle di David, in un guazzabuglio tale da rendere evidente che chi aveva agito non aveva neppure minimamente ben chiaro il significato di certi simboli. Varcata la soglia, il pian terreno appariva allagato dall’acqua dei radiatori, le cui valvole erano state tutte rigorosamente aperte, mentre nella corte interna discendevano rigagnoli provenienti dal piano superiore, anche questo allagato con identiche modalità . Al primo piano, una bandiera dell’Italia, scardinata dal supporto e piegata con evidente disprezzo, giaceva per terra tra i resti di una pianta, evidentemente presa a calci. Un distributore automatico di merendine e bevande era stato ribaltato, distrutto, e per forza la caduta deve aver generato un boato che, però, data la posizione dell’Istituto, nessuno può aver sentito. Poi, come se già tutto ciò non fosse sufficiente, i vandali hanno sganciato gli estintori dal loro alloggiamento e hanno cosparso completamente l’intero ufficio di segreteria, ove vi erano fascicoli e documenti importanti. Quantificare il danno è pressoché impossibile, perché a quello materiale si aggiunge la difficoltà di recuperare gli atti devastati e riuscire a reperire, adesso, in vista degli imminenti esami, una sedei idonea ad accogliere gli scrutini. I carabinieri intervenuti, subito si sono messi a lavoro per individuare i malfattori, cercando impronte e tracce che potessero contribuire alla loro incontrovertibile identificazione. Punto di partenza: il fatto che appena il giorno prima erano stati resi noti i nominativi di quanti non erano stati ammessi agli esami, circa una ventina tra ragazzi e ragazze. Troppi per chiudere il cerchio. Ad andare incontro agli inquirenti è stato, però, il reperimento di due chiare impronte di scarpa, che chi aveva agito aveva inavvertitamente lasciato durante la fuga e di una grandezza tale – un 43 e un 44 – da non poter appartenere ad una ragazza. Allora, l’attenzione degli investigatori si è focalizzata sui soli ragazzi, sei in tutto, che potevano avere motivi di risentimento con il quadro scolastico; di questi, cinque erano minorenni e uno solo aveva già compiuto 18 anni. Recatisi presso le abitazioni di ognuno, i carabinieri si sono limitati a chiedere di poter visionare le suole delle scarpe a loro in uso, ed ecco che immediatamente i due colpevoli sono saltati fuori, così come la bomboletta spray con cui gli stessi avevano imbrattato la vetrata d’ingresso e che spontaneamente hanno consegnato. I colpevoli – entrambi minorenni, che certamente non appartengono ad ambienti socialmente degenerati, così come molto spesso si è indotti a pensare, ma, al contrario, provenienti da famiglie rispettabilissime – non hanno potuto far altro che ammettere il proprio coinvolgimento nel fattaccio e sono stati, quindi, deferiti a piede libero alla Procura del Minori presso il Tribunale di L’Aquila per danneggiamento aggravato. Dalla ricostruzione fatta dai militari, infatti, nottetempo i due ragazzi, a bordo dei loro motocicli hanno percorso una stradina sterrata che li ha condotti all’interno del cortile della scuola riuscendo ad entrarvi da una porta taglia fuoco all’interno della scuola ed a porre in essere la spregevole condotta che ha determinato tanti danni.
Per rimanere in tema di azioni delittuose compiute da minori all’interno di una scuola, un altro episodio si è verificato a Casoli, dove i Carabinieri della locale Stazioni, indirizzati dai compagni stessi del malfattore, hanno potuto individuare in un soggetto del luogo l’autore di un furto di telefono cellulare ai danni di un altro compagno, anch’egli minore.