Dall’A.S.La COBAS riceviamo e pubblichiamo:
A causa del crollo della domanda nel mercato della automobile, soprattutto nei paesi occidentali, la Fiat ha deciso di tagliare 500 milioni di euro dai suoi piani di investimento.
Sergio Marchionne, fa dunque sapere ,che l’azienda ,di cui è amministratore delegato , farà un drastico taglio sulle spese di investimento.
Nel frattempo, sul fronte americano, invece, l’amministratore delegato fa sapere che la Fiat ha intenzione di acquistare nuove quote in Chrysler, esattamente il 3,3% per salire così al 61,8% della proprietà .
E’ un quadro generale drammatico che potrebbe compromettere l’esistenza degli stabilimenti produttivi italiani, a cominciare da Mirafiori e Cassino, maggiormente a rischio chiusura.
Infatti Marchionne ha dichiarato in piu’ occasioni che il perdurare del calo delle vendite avrebbe inevitabilmente costretto l’azienda a dimezzare gli stabilimenti Fiat che producono auto in Italia.
Il rischio c´è!
Dopo la chiusura di Termini Imerese, gli stabilimenti Fiat che producono auto in Italia sono 4: Mirafiori, Cassino, Pomigliano e Melfi. Melfi è la fabbrica più efficiente, quella che si avvicina di più alle 300 mila auto prodotte all´anno, è il principale stabilimento italiano di Fiat e, per il prodotto che realizza, la Grande Punto, è in grado di reggere anche senza il mercato americano. Dunque è molto difficile che venga tagliata la sua produzione. Candidati al rischio chiusura rimarrebbero due stabilimenti su tre tra Mirafiori, Cassino e Pomigliano.
La nuova Pomigliano, avviata in questi mesi, ha una fragilità : il suo prodotto, la Panda, in caso di necessità può facilmente migrare altrove, per esempio in Polonia. Ma certamente l´anello debole della catena sono Cassino e Mirafiori che producono modelli che vendono poco.
In altri paesi, per superare la crisi, la Fiat ha fatto accordi di sostegno per evitare chiusure e licenziamenti , tranne che con il Governo Italiano , che sia quello Monti che il precedente, sembrano appoggiare pienamente la politica di Fiat e “fregrasene†degli eventuali licenziamenti che potrebbero arrivare con la chiusura degli stabilimenti.
Infatti, ad oggi, nessun sostegno è stato deliberato dal Governo, per scongiurare la chiusura degli stabilimenti FIAT.