Questo è il ritornello che da molti mesi circola dapertutto, sopratutto nell’ambito politico, viste le difficoltà di imprese di ogni tipo ad andare avanti, e che rischiano di chiudere proprio per questo motivo: perchè i lavori che effettuano per conto di enti pubblici, i Comuni in modo particolare, vengono pagati con molto ritardo, perchè, essendo gran parte di questi interventi finanziati dalla regione, la stessa regione devolve materialmente le somme anche diversi anni dopo la realizzazione dell’intervento.
Molti Comuni non possono pagare per questi motivi perciò, e non avendo fondo-cassa, devono per forza far aspettare le imprese, a volte anche per anni.
Ma a volte si dà il caso che alcuni comuni il fondo cassa ce l’abbiano, e potrebbero pagare le imprese mano mano che effettuano i lavori, anticipando le somme che hanno disponibili in cassa per altre cose, e che poi saranno rimesse al loro posto una volta che le somme destinate a quei lavori saranno devolute dalla regione, come per esempio nel caso del comune di Aquino, il mio comune, che ha la possibilità di procedere in tal senso avendo un buon fondo-cassa.
Purtroppo nemmeno questo è possibile, perchè se le somme “escono” dal comune oltre un certo limite nel corso dell’anno di riferimento, si rischia di compromettere il raggiungimento del rispetto del cosidetto “patto di stabilità “, e che se non viene rispettato, provoca pesanti sanzioni ai Comuni da parte dei ministeri competenti, e quindi oggi nessun comune se la sente più
di rischiare, e quindi si fa del tutto per rimanere nei limiti previsti da tale normativa.
Per tale motivo si verifica questo grande e per molti, incomprensibile paradosso,che, pur avendo i fondi disponibili per i pagamenti, i comuni non possono effettuarli, e ciò, com’è logico, provoca tutta una serie di conseguenze negative facilmente immaginabili: rallentamento dei lavori; imprese che hanno enormi difficoltà non solo per pagare i propri operai, ma anche per pagare a loro volta le ditte fornitrici di materiali, in una catena di negatività di cui si parla ormai da tempo, compreso naturalmente anche l’aumento della disoccupazione..
Molte imprese, pur di lavorare, anche perchè data la situazione generale le commesse diminuiscono a vista d’occhio, accettano “ob torto collo” previo tacito accordo, pagamenti posticipati dai Comuni che, per quanto detto prima, hanno le mani legate, e non solo perchè ritardano le rimesse dalla regione, ma, come già spiegato,anche se i comuni i soldi in cassa se li trovano, non possono nemmeno usarli se non in minima parte.
Perciò l’invito o addirittura l’appello di tanti politici regionali, nazionali, e perfino europei..”liberate i fondi e pagate le imprese”, che di continuo lanciano da convegni, conferenze, interviste e quant’altro,mi sa tanto d’ipocrisia, e a tutti lo dovrebbero rivolgere , meno che ai Comuni che non possono fare diversamente da come fanno. Lo stesso appello invece, lo rivolgano a se stessi, passando all’azione per far cambiare queste norme del patto distabilità .
Finchè sarà così, tante imprese staranno sempre con l’acqua alla gola, pronte ad annegare, e tanti comuni, avranno per anni “i lavori in corso”.
Non solo, ma la famosa “crescita” che sta sempre per partire, rimarrà sempre al palo, anche a causa di queste semplici riflessioni che ho illustrato, i cui effetti li viviamo quotidianamente.
Stiamo purtroppo alle solite, si predica bene, ma si razzola male, con i sindaci sempre i soli a stare in trincea, a fronteggiare sia i cittadini che queste ragioni non sanno spiegarsele e non riusciamo a fargliele capire perchè abnormi in effetti, sia le imprese che giustamente, quotidianamente sollecitano i sindaci che hanno enorni difficoltà ad affrontare queste situazioni.
Antonino Grincia Sindaco di Aquino