Finalmente, dopo circa tre anni dall’inizio della vicenda giudiziaria ed amministrativa innescata da una delega della Procura della Repubblica di Vasto che ha condotto alla confisca di un immobile del valore di €. 1.200.000,00 ai coniugi BEVILACQUA Carmine e SAUCHELLA Lucia, la villa viene consegnata dall’Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla mafia al Comune affinchè ne realizzi una casa famiglia per minori con disagio sociale.
La meritoria opera della Procura della Repubblica e dei militari del Corpo e dell’Arma, che hanno lavorato in perfetta sintonia e sinergia, ha consentito che in meno di 3 anni si concludesse l’intero iter giudiziario a tutti i livelli di giudizio, dal Tribunale di Chieti, alla Corte d’Appello fino alla Suprema Corte di Cassazione, ed il conseguente iter amministrativo di assegnazione dell’immobile al Comune con decisione favorevole del Demanio, attuale proprietario, e della Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla mafia.
La confisca è stata adottata quale misura di prevenzione patrimoniale nei confronti dei prefati coniugi, in quanto soggetti socialmente pericolosi.
La pericolosità sociale dei due coniugi era stata già dimostrata dalle indagini condotte nel 2005 dal GOA del Nucleo PT di Milano della Guardia di Finanza e poi comprovata dalle indagini condotte dal R.O.S. dei Carabinieri di Pescara nel 2010, entrambe per reati in materia di stupefacenti. In sostanza, sia in Milano che in Abruzzo i due coniugi erano parte integrante di associazioni di criminali tese al traffico nazionale ed internazionale di eroina e cocaina. Stanti le loro attività illecite, in assenza di altri redditi, i due coniugi dimostravano di possedere una capacità finanziaria e patrimoniale sproporzionata e sicuramente ottenuta con i frutti delle loro illecite attività .
La Legge 575/1965, oggi completamente trasfusa nel Dlgs 159/2011, ha consentito di confiscare i beni a soggetti indiziati di appartenere ad associazioni mafiose. La stessa confisca poteva applicarsi dal 2008, per effetto dell’abrogazione delle Legge 55/1990, anche ai soggetti non appartenenti a cosche mafiose ma comunque socialmente pericolosi ai sensi della Legge 1423/1956.
L’innovativa applicazione della norma da parte della Procura della Repubblica di vasto ha portato risultati concreti e tangibili in tempi brevi.
La consegna al Comune per finalità sociali dell’immobile confiscato conclude il percorso di ripristino dei valori di legalità a favore della società civile e delle attività di sostegno alle famiglie ed alla cittadinanza in genere.