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La culla di Padre Pio nel museo del Santo a Pietrelcina, meta di preghiera per aspiranti mamme

Le origini di Padre Pio, sono raccolte tutte lì, in quel piccolo paesino in provincia di Benevento. E’ lì, a Pietrelcina che il Santo è nato e ha mosso i primi passi nella vita e nella Chiesa verso la Santità.

E’ lì, che dal 2002 è raccolto in un museo, tutto ciò che parla di San Pio, nel periodo ancora prima che indossasse il saio. Ad occuparsene è Padre Marciano Guarino, 52 anni, padre superiore dei cappuccini di Pietrelcina. Quando lo si incontra, sorprende la sua somiglianza con il volto del Santo stampato all’esterno del museo.

“Qui ci sono molti pezzi preziosi, non dal punto di vista economico, ma da quello religioso e umano. Conserviamo i piatti con cui Padre Pio dava a mangiare al suo papà malato di cui si occupava amorevolmente. Conserviamo la sua tonaca francescana, quel saio che lo ha contraddistinto e che indossa in ogni immagine”. Ma la visita al museo permette quasi di respirare il dolore del Santo provocato dalle stimmate. “Conserviamo i guanti e le bende che lui usava per coprire le ferite, in particolare quella del cuore, al costato. Abbiamo anche le calze che hanno evidenti segni di stimmate anche ai piedi”.

Il pezzo più importante, o quello che in tanti reputano tale, però, è tutto di legno ed è stato donato al museo da Pia Forgione, la nipote di Padre Pio che oggi, ultranovantenne, è l’ultima parente diretta ancora in vita del Santo. “La culla che il museo conserva gelosamente è quella con cui mamma Peppa ha cullato tutti i suoi figli tra cui Francesco”. E’ innegabile che quel pezzo di legno riscuote un fascino e un interesse evidente dai pellegrini; probabilmente perché immaginano il neonato Francesco Morgione, rannicchiato in quel contenitore stretto e resistente. Ci sono poi oggetti che nascondono veri aneddoti del Santo, come ad esempio il calice che Padre Pio ha adoperato nei sei anni di sacerdozio nella parrocchia di Sant’Anna, dal 1910 al 1916, ritrovato quasi per caso nella chiesetta. “All’epoca si pensava che avesse il tifo e si temeva anche che la malattia potesse essere contagiosa. Per questo Padre Pio chiese in dono al Padre Provinciale un calice che potesse usare solo lui evitando che i confratelli potessero rischiare il contagio”. Non era neanche anziano che già i suoi confratelli sapevano che sarebbe diventato Santo e, per questo, ogni cosa che lo riguardava andava conservato.

Padre marciano ci mostra una cassettina “Qui conserviamo i suoi capelli fin da quando i suoi confratelli glieli tagliavano per fare la chierica. Ci sono capelli scuri, di quando lui ancora era giovane e qualcuno, evidentemente, già credeva nella sua Santità a tal punto da metterli da parte”. Poi ci sono i pezzi più recenti, come ad esempio la copia autentica del foglio Matricolare che ad aprile il comandante della Caserma Militare di Caserta, il colonnello Luciano Iannetta, ha donato al museo. “Risale al periodo in cui Padre Pio è stato militare di leva e quello è il foglio del congedo e della valutazione. Questa iniziativa, come altre, rientra nei festeggiamenti per i 125 anni dalla sua nascita”.

Ma le ricorrenze per i fedeli di Padre Pio sono tante, a cominciare dal 16 giugno, data della sua canonizzazione, il 10 agosto, l’ordinazione sacerdotale nella cattedrale di Benevento, il 14 agosto prima Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Pietrelcina, il 7 settembre, la prima stimmatizzazione sotto l’olmo di Piana Romana, sempre nel 1910.
“Siamo continuamente a contatto con le cose e i luoghi di Padre Pio – dichiara padre Marciano – Facciamo in modo che tutto funzioni alla perfezione. Che cosa chiedono i pellegrini quando vengono qua? Di tutto, ma vicino alla culla, si prega per avere un figlio. Sono tante le coppie che non riuscendo a procreare vengono a chiedere la grazia al Santo di Pietrelcina e quando lo ottengono tornano a ringraziarlo”.
Ma nel convento di Pietrelcina, vicino alla chiesa, è sepolto anche Fra Modestino da Pietrelcina, un altro cappuccino in odor di santità che ha operato in nome di Padre Pio per 40 anni a San Giovanni Rotondo.

Era un portinaio, riceveva tante persone e tramite lui si sono verificate tante cose miracolose; dopo le sue benedizioni a donne che non potevano avere figli, queste divenivano mamme. È morto il 14 agosto dello scorso anno all’età di 94 anni. Si vedeva quando Padre Pio parlava attraverso lui. A me, personalmente, quando eravamo ancora al convento di San Giovanni Rotondo, un anno prima di morire mi disse che dovevo pensare alla sua sepoltura a Pietrelcina. Io ancora non sapeva del mio trasferimento a Pietrelcina da San Giovanni Rotondo. E nessuno lo aveva detto neanche a lui”.
Ermanno Amedei
Foto Alberto Ceccon

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