Site icon Notizie dall'Italia

PRC e Fed. della Sinistra-Cassino: “Caro Marchionne la Fiat di Cassino non si tocca”

La sezione del Prc-Fds “M. De Santis” esprime forte preoccupazione per la  situazione “particolare” e critica  del  comparto Fiat a Cassino ed in tutta Italia.  Infatti, l’A.D. di Fiat Auto ha dichiarato recentemente sui principali quotidiani nazionali,  “Se le vendite di autovetture non ripartono in Italia, per FIAT c’è uno stabilimento di troppo”.

Queste parole tuonano violentemente perché subito le parole di Marchionne è iniziata a correre voce di in un ipotetico accorpamento dello stabilimento di Cassino a quello di Pomigliano d’Arco, con conseguenti eventuali esuberi di 2000 operai cassinati,  in un territorio già martoriato dal decreto SalvaItalia (governo Berlusconi) e dallo Spending Review (governo Monti) che sanciscono entrambi la soppressione del ns. Tribunale.

Il Piano Fabbrica Italia non ha portato i risultati prefissati. Sono passati solo 2 anni da quando Marchionne presso il Lingotto dichiarò che attraverso il P.F.I si sarebbe rilanciata l’industria dell’auto in Italia. Anche grazie ad un piano d’investimento di 20 miliardi di € tutto da realizzare entro 4 anni, con un raddoppio della produzione nazionale di auto.

La fumosità delle dichiarazioni del CEO di Fiat,  riguardo ai nuovi modelli (a Cassino promessi 10 nuovi modelli e 6 restyling) che addirittura ipotizzavano una saturazione massima degli impianti in vista del 2014 grazie all’introduzione di nuovi progetti automobilistici, ed invece prospettano di fatto per Cassino una fase d’incertezza tale che ha portato ad un massicccio ricorso alla Cassa Integrazione, notando che moltissimi tecnici, ingegneri ed operai specializzati da diverso tempo fuggono in Serbia per la produzione della 500L sottratta a Mirafiori e data, appunto, allo stabilimento di Kragujevac. Ciò sicuramente si è tradotto  in un indebolimento fisiologico del territorio cassinate tutto, da sempre legato a “doppio filo” con la realtà industriale torinese.

Le chiacchiere stanno a zero: Marchionne, aveva dichiarato, nel Piano Fabbrica Italia, che nello stabilimento di Cassino nel 2014 si sarebbe prodotto circa 400.000 vetture l’anno (ottimizzando la capacità produttiva attuale per effetto anche dell’applicazione dei 18 turni di lavoro) Ad oggi la capacità produttiva dello stabilimento è di 240.000 vetture (1.100 al giorno x 220 giorni lavorativi) ma nei fatti ne ha prodotto da gennaio a giugno di quest’anno circa 55.000 con una media annua di 110.000 vetture (considerato che si lavora solo 3 giorni la settimana). Quindi è chiaro a tutti che qualche problema c’è e non è assolutamente attribuibile ai lavoratori. Ma sicuramente a chi manovra i tasti di comando della FIAT e spara fumosità.

Dopo le dismissioni delle sedi della Irisbus, di Termini Imerese, della situazione critica di Pomigliano, di Mirafiori, di Melfi ed anche di Cassino, dei continui ricatti subiti dalla Fiom da parte della FIAT che è stata più volte condannata per attività anti-sindacale, cosa si prospetterà per lo stabilimento Cassinate è ciò che ci chiediamo.

Ma quale Piano Industriale ha in mente (se ce l’ha) Marchionne?

Le offese subite  dai lavoratori del nostro paese da parte di Marchionne che con il suo tanto decantato “disegno” (chiamato paradossalmente “Piano Fabbrica Italia”) volto a demolire le ben poche certezze dei lavoratori e a snaturare  nei fatti la dimensione da sempre “italiana” di Fiat Auto, stanno rappresentando il risultato finale di quello che è, al giorno d’oggi, il legame torbido degli interessi industriali nazionali e del mondo politico. Questo, per quanto non di certo  una novità per la storia del nostro paese, sta divenendo un “intreccio” oscuro avente l’obiettivo di destabilizzare, per altro in un periodo di crisi,  il già debole equilibrio sociale nel nostro paese. Ben vengano le convocazioni di iniziative come quella proposta dalla FIOM-CGIL di Frosinone attraverso forma di Assemblea Pubblica in data 18 luglio 2012 alle ore 17.30 presso la Piazza del Municipio di Piedimonte San Germano. E  a cui invitiamo i cassinati tutti a parteciparvi e tutta l’amministrazione comunale.

L’ipotesi di accorpamento a Pomigliano, anche se scongiurato da alcune sigle sindacali locali, diventa quindi, un ulteriore provocazione a tutto il territorio,. Una provocazione per la nostra gente abitutata a rialzarsi dritta dopo le macerie della guerra e che vanta un “Polo della Logistica” (costato tantissimo con finanziamenti regionali ed europei) fortemente voluto dal “Consorzio Industriale del Lazio Meridionale” che è l’unica struttura in tutta Europa a garantire un sistema logistico integrato alla produzione di FIAT AUTO. Una provocazione per lo stabilimento Fiat di Cassino che risulta il più automatizzato dal punto di vista tecnologico del gruppo e vanta circa 10.000 lavoratori (per tutto l’indotto con 82 aziende) in un territorio i cui abitanti dei comuni circostanti sono meno di 70.000.

Infatti, a tal proposito, ricordiamo che l’amministrazione comunale targata “Bene Comune”  ha nel proprio programma, proprio la garanzia di tutelare in tutte le forme e le modalità possibili il comparto industriale del territorio cassinate. E ricordiamo che, in occasione della manifestazione della Fiom-Cgil a Cassino del 28 Gennaio 2011, lo stesso sindaco e gli stessi partiti che lo sostennero in campagna elettorale, sfilarono per la città con l’obiettivo di chiedere all’azienda Torinese, rassicurazioni riguardo alla situazione dei lavoratori Fiat e dell’indotto.

Il circolo Prc-Fds di Cassino, in conclusione, chiede al sindaco Petrarcone, alla giunta comunale e ai consiglieri, di porsi in una posizione tale da garantire il rispetto del programma elettorale sulla questione-lavoro e quindi di portavoce delle istanze dei lavoratori  che da tempo oramai, non possono sentirsi garantiti né tutelati da una politica troppo distante ed evanescente sui temi sopra riportati (quindi mettere in discussione apertamente il Piano Fabbrica Italia ma per fargli capire a Marchionne che se si fanno i conti senza l’oste i conti non tornano).

 

 

Exit mobile version