Scadranno lunedì i termini per poter partecipare alla raccolta firme indetta dall’Unione Popolare per chiedere un referendum e abolire una serie di privilegi ai parlamentari sanciti dall’articolo 2 della legge 1261 del 1965 e cioè l’eliminazione della diaria di soggiorno dagli stipendi dei parlamentari. Un risparmio di circa 3.500 euro al mese per ogni parlamentare che all’anno fa circa 50 milioni. Una goccia nel mare degli sprechi della Casta che gli Italiani, pur di eliminare, sono disposti a spende circa 300 milioni per un referendum. Un investimento ammortizzato quindi in 6 anni ma mentre i 50 milioni spesi annualmente per la Casta dà benefici ad uno sparuto gruppo di Parlamentari che già si cibano di laudi stipendi, il Referendum porterebbe refrigerio nelle tasche di migliaia di giovani scrutinatori, quindi, che ben venga. Una messaggio chiaro, quindi che dalla petizione, che tra l’altro ha già raggiunto l’obiettivo del mezzo milione di firme necessarie, per una classe politica che ancora non capisce la grave situazione del Paese, che chiede sforzi alla cittadinanza senza volerne compiere nessuno. Un problema di “faccia†che il “gruppetto†ormai ha da tempo perso.
Ermanno Amedei