È da sempre la questione più controversa e quella che rende infuocate le assemblee condominiali, il problema di chi sbatte tappeti o tovaglie dal proprio balcone su quello sottostante. Più che reato o non reato, si tratta di una questione di buona educazione, evitare di scuotere tappeti e tovaglie dalla finestra  se sotto c’è il terrazzo del vicino di casa, ma questa sembra essere un’abitudine diventata ormai consuetudine degli italiani, è anche causa quotidiana di liti tra condomini, difficili da dipanare nel corso delle infuocate assemblee di condominio. Ora però, arriva il parere della Corte di Cassazione secondo cui scuotere tovaglie e tappeti non è reato. I  giudici della Cassazione  – hanno stabilito che non è reato scuotere tappeti e tovaglie fuori dalla finestra del proprio appartamento, facendo così cadere briciole e polvere sulle finestre e sul terrazzo di chi vive nella casa sottostante.
La prima sezione penale della Cassazione ha, infatti, annullato senza rinvio, “perché il fatto non sussisteâ€, la condanna inflitta dal tribunale di Genova ad una donna, di origine albanese, accusata del reato di “getto pericoloso di coseâ€, proprio perché scuoteva le tovaglie e batteva i tappeti sporgendosi dalla finestra. Con lei era finito sotto processo per rumori molesti anche uno dei suoi familiari. Per entrambi, però, la Suprema Corte ha pronunciato l’assoluzione: “lo sbattimento di qualche tappeto e lo scuotimento di qualche tovaglia – si legge nella sentenza n. 27625 – non integra la condotta penalmente rilevante, per l’impossibilità di causare imbrattamenti e molestie alle persone, secondo la formulazione letterale della disposizione incriminatrice”. Ecco quindi la soluzione al problema,  con buona pace delle vittime della ‘pioggia’ di briciole altrui.