Aids dei felini: strage di gatti nelle città . Si diffonde il virus degli animali, ma non c’e’ pericolo per l’uomo
1 Agosto 2012Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Da questi presupposti, sono state realizzate estese indagini. In tale ambito, una delle più consistenti analisi sieroepidemiologiche, condotta a livello nazionale su un campione di 1863 gatti, ha evidenziato una prevalenza pari al 23% sul totale degli esaminati, con oscillazioni dipendenti dalla tipologia della popolazione saggiata. Relativamente alle caratteristiche del campione testato, sono stati infatti individuati, come soggetti a maggior rischio di infezione da FIV, gli animali che presentano uno o più sintomi sospetti, i maschi interi, i gatti di età superiore a 4 anni, quelli che vivono in gruppi di più di 6 soggetti o che conducono vita libera o comunque aventi contatto con l’esterno.
Ma non c’è però motivo di allarme per le famiglie che tengono gatti in casa: il virus, o meglio i tre virus “Fiv”, “Felv” e “Fip” che fanno strage di felini, non sono infatti trasmissibili all’uomo.
Dietro queste sigle un poco misteriose, note come “Aids dei gatti”, ci sono patologie che provocano negli animali immunodeficienza, leucemia e peritonite. Sono stati rilevati numerosi casi di questo genere nelle città , mentre ne vengono segnalati molti di meno dalla provincie e dalle campagne. Purtroppo queste malattie provocano numerose vittime tra i gatti e tranne cure sintomatiche, non c’e’ ancora un rimedio specifico per tutti e tre i virus. I sintomi della “Fiv” sono infezioni molto persistenti con lesioni del cavo orale e congiuntivite.
La diffusione dell’Aids felino tra i gatti nelle città è dovuto in quanto sono tipiche malattie infettive di tipo virale, che si diffondono con i rapporti sessuali, la saliva, le feci e sembra anche con i morsi delle pulci, che colpiscono dunque soprattutto le colonie di gatti randagi. Inoltre sono già ben note queste patologie “Fiv”, “Felv” e “Fip”, dato che su di esse sono stati già fatti studi approfonditi, anche se finora non sono stati trovati dei vaccini adatti. Ci possono essere misure preventive «per mettere l’animale in condizione di non contrarre queste malattie», ma non tutti coloro che hanno gatti sono d’accordo ad esempio nel farli sterilizzare.
Insomma anche per i gatti si annunciano tempi bui. Le colonie di gatti che difendono case e centri storici dall’invasione di topi e ratti sono in pericolo.
Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti†pur ribadendo che non risultano esserci pericoli di contagio per l’uomo invita, in ogni caso, alla massima attenzione e prudenza tutte le strutture sanitarie veterinarie al fine di una pronta diagnosi dell’infezione.