Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Le strutture sanitarie accoglieranno al meglio chi non è cattolico adeguando gli ospedali italiani con regole e prassi in linea con le “altre” fedi..
In questi giorni un gruppo di lavoro, istituito dal ministro della Sanità , sta progettando le linee guida nei Servizi Sanitari Regionali per l’accoglienza multi religiosa all’interno dei servizi e presidi ospedalieri e distrettuali. Il gruppo di lavoro sarà composto, anche da rappresentanti delle varie fedi religiose(Buddhismo, Comunità Bahá’Ã, Comunità Sikh, Chiesa Cattolico-Romana, Chiese della Riforma aderenti al Consiglio Ecumenico delle Chiese, Chiesa Ortodossa Romena, Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno, Ebraismo, Induismo e Islam), dalle Regioni, e dagli Ordini nazionali dei Psicologi e degli Assistenti sociali.
Lo scopo è quello di facilitare gli operatori sanitari in una relazione con i cittadini malati basata sulla comprensione profonda ed il reciproco rispetto. Nel documento è contenuta tutta una serie di raccomandazioni per gli operatori, suddivise per culto e per comunità di appartenenza, riguardo la gestione delle cure, le differenze di genere, l’assistenza spirituale e religiosa durante la degenza, i riti funebri, i periodi di digiuno (ove previsti), le esigenze relative ai momenti di preghiera, le festività e le norme alimentari da rispettare nei menu.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti†obiettivo è quello di limitare le incomprensioni e conflittualità tra operatori e pazienti che possono condizionare l’efficacia della cura e dilatare a dismisura la richiesta di procedimenti diagnostici dai costi molto elevati, sviluppando talora il fenomeno patologico della cosiddetta ‘medicina difensiva’.