Ripartono da zero le indagini sul delitto di Serena Mollicone. L’esame del Dna e le impronte dattiloscopiche rilevate ai sei indagati per l’omicidio della giovane di Arce, sono risultati negativi e quindi l’indagine, almeno in maniera ufficiosa, potrebbe ricominciare da capo. I risultati della prova del Dna e del rilievo delle impronte sono stati comunicati ieri mattina agli avvocati dei sei indagati.
La procura della Repubblica di Cassino lo scorso anno aveva iscritto nel registro degli indagati per i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie, l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano e in ultimo l’ex fidanzato di Serena Mollicone, Michele Fioretti e la madre Rosina Partigianoni. Tutti lo scorso mese di luglio si sono sottoposti volontariamente alla prova del test genetico. I carabinieri del Ris consegneranno i risultati ufficiali al procuratore Mario Mercone entro qualche settimana.  Dalle indiscrezioni trapelate sembrerebbe che le impronte dattiloscopiche rinvenute sul nastro isolante che avvolgeva le mani e i piedi di Serena, potrebbero essere comparate con alcune presenti nella banca dati dell’Afis. Non si esclude quindi che l’assassino o gli assassini di Serena possano essere persone che hanno già avuto problemi con la legge. Non è convinto e continua a sostenere la sua tesi il padre della ragazza. “Aspettiamo la consegna dei risultati, fino a quel momento io resterò nelle mie convinzioni – spiega Guglielmo Mollicone, padre di Serena – mia figlia è stata uccisa perché voleva aiutare i giovani del paese ad uscire da un giro di droga”. Per il consulente di parte della famiglia di Serena, l’ex comandante del Ris di Parma, il gen. Garofano commenta l’indiscrezione: ”Gli esami e le indagini scientifiche sono ancora in corso, al momento non è possibile dire nulla”.