La Fiat riapre i cancelli dello stabilimento di Cassino ma restano ancora dubbi e incertezze sul futuro produttivo e occupazionale del sito industriale laziale. Incerto è anche il futuro di tutto l’indotto, che soffre dei problemi legati allo stabilimento di Piedimonte, come denunciano i sindacati Cobas. Da settembre, infatti, a Cassino si lavorerà tre giorni alla settimana mentre negli altri due i lavoratori saranno in cassa integrazione. Preoccupazione dei sindacati, ma soprattutto fra le tute blu. Proprio  i sindacati, lamentano la mancanza di nuovi modelli e sollecitano un confronto con l’azienda.  “Restano incertezze sul futuro – ha spiegato il segretario generale della Fiom del Lazio, Canio Calitri – la Fiat non ha annunciato nuovi modelli, mentre continuerà la cassa integrazione. Noi chiediamo un confronto vero sul piano industriale e sollecitiamo il Governo a costringere l’azienda a sedersi a un tavolo di confronto”.
Secondo il rappresentante della Fiom la situazione rischia di diventare esplosiva. “Le ipotesi di ‘Fabbrica Italia’ sono saltate – ha aggiunto – Pomigliano è in Cig e si parla di un possibile accordo con Madza per far andare avanti gli impianti italiani. Siamo di fronte a situazione molto incerta e questo per i lavoratori è un problema. Non ci sono nuovi modelli. L’attenzione di Fiat è ormai spostata su Chrysler. E’ una situazione di grave incertezza che rischia di far esplodere rabbia delle persone, che oggi di fatto non hanno prospettive”.