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Terremoto, la gestione dell’emergenza passa ai presidenti di regione

1. Firmata l’ordinanza che regola il passaggio delle consegne

Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha firmato ieri, 1 agosto, l’ordinanza n. 15 – d’intesa con le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e con il concerto del Ministero dell’Economia e della Finanze – che definisce il passaggio di consegne nella gestione dell’emergenza dalla Di.Coma.C. (Direzione comando e controllo) ai Presidenti delle Regioni-Commissari delegati.

L’ordinanza – è bene ricordarlo − non chiude lo stato di emergenza, il cui termine è fissato al 31 maggio 2013 dal Decreto legge n. 74 del 6 giugno (di cui il Senato ha approvato ieri in via definitiva la conversione in legge), lo stesso che ha nominato i Presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, Commissari delegati per l’assistenza alle popolazioni, la ricostruzione e la ripresa economica nei territori di rispettiva competenza.

Il testo stabilisce che oggi, 2 agosto, terminano le attività della Di.Coma.C, la struttura che, nella prima fase emergenziale, ha assicurato il coordinamento delle componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile e la gestione unitaria dell’emergenza; da domani 3 agosto, quindi, le attività di assistenza alla popolazione passano, senza soluzione di continuità, nelle competenze delle tre direzioni regionali di Protezione civile. E proprio per garantire il proseguimento delle attività senza interruzioni, la Di.coma.C ha trasmesso, inoltre, ai Commissari delegati le rimanenti richieste di autorizzazione alla spesa avanzate dai Sindaci e dai centri di coordinamento provinciali: si tratta di istanze relative all’assistenza alla popolazione e all’esecuzione di opere provvisionali urgenti per le quali non è stato possibile completare l’iter autorizzativo perché particolarmente complesse e richiedenti maggiore approfondimento o perché pervenute a ridosso del passaggio di consegne.

L’ordinanza prevede anche che, in uno spirito di leale collaborazione tra amministrazioni, il Dipartimento della Protezione civile potrà assicurare, per un periodo limitato e in base a una convenzione che deve essere stipulata tra il Dipartimento stesso e la Regione Emilia-Romagna, il necessario supporto – attraverso una unità tecnica – alla Struttura del Commissario Errani, su cui pesa attualmente la quasi totalità della popolazione assistita nelle aree di accoglienza e nelle strutture alberghiere.

Infine, per fare un punto di situazione sul passaggio di consegne e sul lavoro svolto dall’intero Servizio Nazionale della Protezione civile – anche alla luce dell’entrata in vigore della legge 100 del 13 luglio – il Capo Dipartimento ha convocato per lunedì 6 agosto un Comitato Operativo presso la sede di Roma.

2. I numeri dell’attività della Di.Coma.C.

Istituita con un’ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile lo scorso 2 giugno, contestualmente alla chiusura del Comitato Operativo a Roma, la Di.Coma.C ha coordinato dalla sede dell’Agenzia di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna, a Bologna, le attività del Servizio Nazionale della Protezione Civile per 62 giorni, in stretto raccordo con le strutture di protezione civile regionali e con i centri di coordinamento a livello provinciale.

A oggi sono 7.429 le persone assistite nei campi e nei centri di accoglienza gestiti dal Servizio nazionale di protezione civile, meno della metà rispetto al picco massimo di 16.518 assistiti registrato nella settimana successiva alla seconda scossa. È sceso rispettivamente a 28 e a 7 il numero di campi e di centri di accoglienza attivi in Emilia-Romagna, mentre sono tutti chiusi in Lombardia e Veneto: alla metà di giugno, nella fase di prima emergenza, le aree attrezzate per l’assistenza alla popolazione erano in totale 110, di cui 88 in Emilia-Romagna.

Nello stesso periodo, ha raggiunto una punta massima di 5.253 il numero degli uomini e delle donne facenti parte dal Sistema nazionale di Protezione civile in campo, tra volontari delle colonne mobili delle Regioni, delle Province Autonome e delle organizzazioni nazionali, operatori ed esperti di protezione civile, vigili del fuoco, personale delle forze armate e dell’ordine, e delle altre strutture operative, senza contare l’impegno straordinario di tutto il personale delle strutture territoriali di protezione civile.

Sono state completate lo scorso 27 luglio le verifiche speditive, oltre 63mila, condotte dai Vigili del Fuoco nei territori colpiti dal sisma: rispettivamente poco meno di 57mila in Emilia-Romagna, 4.928 in Lombardia e 1.220 in Veneto. A oggi, invece, sono oltre 39mila gli edifici controllati nelle tre regioni con sopralluoghi di valutazione dell’agibilità post-sismica mirata attraverso la scheda Aedes (Agibilità e Danno nell’emergenza sismica, ossia uno strumento omogeneo per il rilievo del danno), che viene utilizzata su immobili pubblici e privati che hanno riportato danni, compresi quelli che all’esito della verifica speditiva sono risultati non fruibili. Di questi, 37.122 sono i sopralluoghi Aedes effettuati in Emilia-Romagna – quasi il 98% dei complessivi 38mila richiesti −, 1.751 in Lombardia e 371 in Veneto.

L’attività di valutazione post-sismica ha visto in campo migliaia di professionisti – fino a un massimo di 185 squadre al giorno al lavoro nelle zone colpite−, tra personale appartenente alle Regioni, agli Enti locali, alle Università dell’Emilia Romagna e agli Atenei che operano nell’ambito della rete di laboratori di ingegneria sismica – ReLUIS, ma anche tecnici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e delle Forze Armate, ed esperti formati secondo protocolli d’intesa siglati con i Consigli nazionali di geometri, architetti e ingegneri. A questi, si sono aggiunti circa 40 tecnici messi a disposizione delle amministrazioni comunali più colpite dall’Associazione Geometri Volontari, per fornire supporto nella gestione delle istanze di agibilità.

Nell’arco dei due mesi di attività, la Di.Coma.C. ha inoltre lavorato quasi 800 pratiche relative alle spese dell’emergenza avanzate dai Sindaci e dai Centri di Coordinamento Provinciale: in particolare, 225 fascicoli relativi a spese sostenute dalle amministrazioni centrali e locali nelle prime 72 ore da ciascuna scossa e per le quali è già stato autorizzato il rimborso, 570 richieste di autorizzazioni preventive alla spesa per attività di assistenza alla popolazione e per opere provvisionali urgenti. Sono, invece, 270 le richieste di autorizzazione arrivate nei giorni immediatamente precedenti la chiusura della Di.Coma.C o esigenti integrazioni nella documentazione per cui non è stato possibile completare l’iter autorizzativo, e che sono quindi già state trasmesse alle strutture commissariali.

Dall’inizio dell’emergenza ad oggi, il Contact Center del Dipartimento della Protezione Civile ha gestito 4.975 richieste da parte di cittadini: richieste di informazioni sul terremoto e sulle conseguenze sulle abitazioni o sulla viabilità, ma anche disponibilità a partire come volontari o offerte di beni per dare una mano alla popolazione colpita. Dall’11 giugno al 2 agosto, infine, la Di.Coma.C. ha organizzato l’iniziativa “Terremoto, parliamone insieme”: 32 incontri con la popolazione dei comuni interessati dall’emergenza, promossi dal Dipartimento della Protezione Civile, dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e organizzati in collaborazione con i Sindaci dei comuni interessati per rispondere a dubbi e domande dei cittadini sull’attività sismica nella pianura Padana, fugare rumors e false notizie, fornire elementi di conoscenza sugli effetti dei terremoti sugli edifici.

Sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it) sono consultabili tutti i dati e i provvedimenti relativi all’attività della Di.Coma.C.

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